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LA METRALLI

Un pizzico di ‘gravità’ in più

Con l’uscita di Qualche grammo di gravità, abbiamo colto l’occasione di porre qualche domanda a Meike Clarelli, vocalist della band modenese La Metralli. Fra pop, poesia e sperimentazione.

Un album evocativo e coraggioso. Da cosa prende spunto il titolo?
Nel testo di Senza formula, scritto 10 anni fa, c’è una frase che dice “Ho cercato con la mia stanchezza i miei grammi di gravità”. A volte si comprende profondamente ciò che si scrive molto tempo dopo o forse si pre-scrive, si prevede. Dopo 10 anni di distanza da quello scritto ho incontrato un libro di Charles Melman intitolato L’uomo senza gravità. In questo saggio di psicoanalisi sociale lo scrittore denuncia la mancanza di “gravità” dell’uomo contemporaneo. È stata una suggestione incredibile. Io così ho interpretato il titolo del disco. Che in un’epoca in cui c’è sempre maggiore difficoltà da parte delle persone nel difendere la propria singolarità, la propria soggettività, la propria diversità, in un momento come questo in cui l’incapacità di fare peso nelle cose, di prendersi delle responsabilità nel dire delle cose, o di saper davvero desiderare, soffrire, in un momento come questo in cui vince la totale mancanza di coraggio di bucare questo mito nevrotico dell’immagine, della forma perfetta, del sempre uguale che ci propinano come il valore che conta, l’intrattenere al posto del sapere, dell’immaginare…Su Rockerilla di Novembre l’intervista di Simone Bardazzi.

MEtralli

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