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KUTSO

È uscito DECADENDO (SU UN MATERASSO SPORCO), il loro primo album.


Dopo la pubblicazione dell’EP Aiutatemi, datato 2011 e di cui molto si è parlato nelle pagine di Rockerilla e dicui vi riproponiamo di seguito l’intervista pubblicata su Rockerilla 375, la band romana KUTSO approda al primo album, nei negozi dal 4 aprile e disponibile su iTunes e nei principali digital store dal 1 aprile (Audioglobe/22mc).

 

Ecco la dichiarazione d’intenti della band: “Decadendo (su un materasso sporco) è il nostro primo full-length. Con questo disco vogliamo esorcizzare la negatività accumulata affrontando le difficoltà di questa esistenza a cui contrapponiamo i nostri volti sorridenti e allo stesso tempo isterici”.

Decadendo (su un materasso sporco) è composto da 12 brani ed è stato anticipato dal singolo Lo Sanno Tutti il cui videoclip vede la partecipazione dei The Pills.

 

kuTso

L’elogio dell’irriverenza

di Francesco Casuscelli

 

Sono il classico gruppo da tenere d’occhio, perché hanno dalla loro la capacità di esprimere un sound capace di mischiare funk, rock e intrattenimento, e nel loro cocktail una parte rilevante ce l’hanno i testi: dissacranti e mai scontati. I kuTso sono un piccolo prodigio che ha coinvolto anche quelli della 22r Edizioni Musicali: “Li abbiamo conosciuti per caso e, incuriositi da un loro video, siamo andati a vedere un loro live. Una volta visti non ci abbiamo pensato due volte a proporre un lavoro insieme. La visione degli obiettivi ed il modo professionale nel lavorare hanno fatto sì che i kuTso diventassero il progetto di primaria importanza per l’etichetta, scoprendo poi che la follia faceva parte anche del loro repertorio”.

 

Funk & ironia. Ritrovate la vostra musica in queste coordinate o c’è dell’altro?
La nostra intenzione – risponde Matteo, cantante dei kuTso – è unire la lucidità sarcastica di Giorgio Gaber alla frenesia dolciastra di Michael Jackson, passando per Nietzsche, i Beatles e Lucio Battisti che fanno a cazzotti con Kurt Cobain e Dave Grohl.

è vero che le vostre canzoni nascono prima con un inglese maccheronico e solo dopo vengono… convertite in italiano? Mai tentati dall’idea di lasciarle nella versione iniziale?
I nostri brani nascono in questo modo perché per noi la musica viene sempre prima delle parole, tuttavia lasciare le canzoni con i testi in finto inglese sarebbe come fermarsi a metà strada. Siamo in effetti dei fautori del nulla, ma per arrivare al nulla bisogna necessariamente passare per le parole. Inoltre ogni nostra composizione è un discorso che facciamo a noi stessi, come se stessimo davanti allo specchio ad analizzare gli eventi delle nostre vite e le sensazioni che ne scaturiscono.

è da più di quattro anni che suonate assieme, ma le vostre carriere musicali hanno radici più lontane. Cosa facevate prima dei kuTso?
Luca Amendola al basso, e Alessandro Inolti alla batteria, insegnano da anni in varie scuole di musica e suonano in più progetti musicali; Donatello Giorgi, chitarrista dei kuTso, è un orgoglioso dipendente di una nota catena di articoli sportivi e un Don Giovanni in piena attività; io ho suonato per molti anni con Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion nel nostro primo importante progetto “postadolescenziale” prima di formare i kuTso, lavoro inoltre come fonico in uno studio di registrazione e suono con chiunque mi permetta di alzare qualche soldo. 
Il nome non è dei più facili da pronunciare. Ci sono una pronuncia ufficiale e un significato?
“kuTso” va letto “cazzo”; al liceo mi divertivo a scrivere le parolacce “inglesizzandole” a modo mio. Prima è nato “cut so”, poi “cutso”, quindi “kuTso”, ché con la “k” mi piaceva di più. Inoltre amiamo l’irriverenza, la dissacrazione e la provocazione finalizzate al raggiungimento di maggiore chiarezza e spontaneità fra i popoli.

I kuTso sono un gruppo per…
La vita.
A chi rubereste una canzone?
A nessuno perché noi scriviamo quello che vorremmo sentire.

A chi avete rubato una canzone?
Abbiamo preso in prestito “La Canzone Dell’Amore Perduto” di Fabrizio De André, prima o poi gliela restituiremo.

A chi avete semplicemente rubato e basta?
Ai miei genitori quando ero piccolo ho rubato più volte i soldi per andarmi a comprare i cd. E’ la prima volta che lo dico a qualcuno… kuTso!.

Il live è la vostra dimensione ideale: quanta improvvisazione c’è dal vivo?
Ancora poca, stiamo per ora affinando lo spettacolo cercando di non lasciare nulla al caso, sempre tenendo conto del tipo di pubblico che ogni volta diverso si presenta ai concerti. Per noi è importantissimo che il live sia una festa alla quale chi sta sopra il palco e chi sta sotto partecipino allo stesso modo e con uguale importanza.

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