JUDAS PRIEST A FERRARA
Judas Priest + Phil Campbell and the Bastard Sons + Warlord
2 Luglio 2025
Ferrara Summer Festival – Ferrara
A cura di Daniele Follero
Foto di Rudy Filippini
Quando gli Dei dell’Heavy Metal chiamano, i discepoli rispondono. Non sempre, però, l’equazione risulta perfetta. A Ferrara, per i Judas Priest, ci si sarebbe aspettati il pienone e invece gli spazi liberi erano tanti, nonostante si trattasse dell’unica data italiana dell’ Invincible Shield Tour. Quest’anno, a riempire piazza Ariostea ci sono riusciti solo gli Slipknot. Un sacrilegio o uno scherzo del destino. Che dire? Peccato per chi non c’era, perché la band di Rob Halford ha dimostrato ancora una volta (e c’è sempre da dimostrare e confermare, anche se sei il re indiscusso del metal) di avere parecchi colpi ancora da sparare. Merito anche di Richie Faulkner che, da quando è entrato in pianta stabile in formazione, sostituendo (egregiamente) nientemeno che sua Maestà K.K. Downing, ha portato una ventata di freschezza ed energia, soprattutto dal vivo. Al netto di evitabili atteggiamenti da poser, Faulkner rispecchia il modello perfetto di chitarrista Heavy old school, pur essendo un classe 1980. Veloce, tecnico, pulito e con un’invidiabile sicurezza sul palco, Richie ha il compito di scaldare il pubblico con un’energia incredibile, lasciando a Rob la possibilità di concentrarsi sulla voce. Compito non facile, quello di sostenere i falsetti e gli acuti di un tempo, ma che il cantante dei Priest svolge, grazie a tanto mestiere, in maniera quasi impeccabile, così come se la cavano alla grande anche gli altri due veterani del gruppo Ian Hill e Glenn Tipton, ancora perfettamente sul pezzo quando si tratta di tirare fuori gli artigli.

In una serata torrida e con un caldo difficilmente affrontabile prima del calare delle tenebre, tocca ai Warlord e a Phil Campbell con i suoi Bastard Sons l’arduo compito di riempire il tempo dell’attesa. L’ex chitarrista dei Motörhead con il suo hard’n’roll blueseggiante ha rinfrescato la folla prima di mandarla in estasi con la cover di Ace of Spades, che ha fatto saltare in piedi anche chi, comodamente seduto, aveva scelto di riposarsi prima dell’arrivo degli headliner. Quando finalmente la luce e il calore cominciano a calare, l’intro di War Pigs dei Black Sabbath, come una chiamata alle armi, annuncia l’arrivo dei Judas Priest, che con All Guns Blazing mettono subito in chiaro una cosa: Painkiller resta il più grande e amato album della band, quello che meglio la rappresenta. E che, per giunta, compie 35 anni proprio nel 2025. Un’occasione d’ oro per infarcire la scaletta con svariati brani dell’album. Hell Patrol, A Touch of Evil, Night Crawler, One Shot at Glory, Between the Hammer & the Anvil e l’immancabile Title Track sono la colonna portante di un concerto che non lascia molto spazio al nuovo album, rappresentato da appena tre brani (Gates of Hell, The Serpent and the King e Giants in the Sky con tanto di dedica ai colleghi scomparsi e le immagini dei rocker defunti, da Freddie Mercury ad Eddie Van Halen, che compaiono sull’enorme schermo alle spalle del palco. Gli inni, quelli che esaltano il pubblico facendolo sgolare, ci sono tutti: You’ve Got Another Thing Comin’, Breaking the Law, Electric Eye, Hell Bent for Leather e il coinvolgente finale di Living After Midnight, che suona un po’ strano alle 22,45. Gli orari del metal sono cambiati e gli anni passano per tutti, sia tra il pubblico che sul palco.
Setlist:
All Guns Blazing
Hell Patrol
You’ve Got Another Thing Comin’
Freewheel Burning
Breaking the Law
A Touch of Evil
Night Crawler
Solar Angels
Gates of Hell
One Shot at Glory
The Serpent and the King
Between the Hammer and the Anvil
Giants in the Sky
Painkiller
Encore:
Electric Eye
Hell Bent for Leather
Living After Midnight