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JOYCUT A BOLOGNA

JoyCut + Orchestra del Teatro Comunale

Che la musica dei JoyCut si prestasse per natura ad arrangiamenti orchestrali e che sperimentarne il risultato con un vero ensemble apparisse quasi una tappa obbligata nel cammino della band, forse lo hanno pensato in tanti. Ma che ciò sarebbe avvenuto al Teatro Auditorium Manzoni nientemeno che con l’orchestra del Comunale di Bologna, massima istituzione sinfonica cittadina, pochi avrebbero saputo prevederlo.
Presentato come l’ “evento” di fine estate, il concerto di Bologna ha rappresentato un unicum nella carriera dei JoyCut, un momento irripetibile. Lo sapevano perfino a Seattle dove la band, ospite della storica radio KEXP, ha trovato l’occasione per accennare alla data con l’orchestra.
Inutile dire che il Manzoni era gremito come capita solo nelle grandi occasioni, a testimonianza sia della risonanza mediatica, sia del numeroso pubblico che i JoyCut riescono a richiamare quando giocano in casa.
Con i musicisti già sul palco, disposti sul fondo e nel silenzio generale, le parole di Günter Anders, tratte da “L’uomo è antiquato” e lette da una voce fuori campo, suonano come un monito iniziale. Parole scritte negli anni ’50 che, oggi, vengono percepite come un tetro, quasi grottesco presagio sul declino umano che stiamo vivendo. Un’agghiacciante verità gettata in faccia al pubblico prima di inondarlo di musica.
Musica che parte un attimo dopo sulle atmosfere inquietanti di Siberia, per poi lasciare spazio alle aperture melodiche di The First Song. L’orchestra fa quello che ci si sarebbe aspettati, avvolgendo le sonorità dell’ultimo album in una nuova veste: abbellisce, mette in risalto, accompagna ciò che già sembrava concepito perchè ci fosse un complesso strumentale.  Il contrasto tra la dimensione elettronica e quella acustica è alla base dei nuovi arrangiamenti e laddove trova equilibrio esprime un’intensità unica. Non sempre, però, si riesce a raggiungere il giusto amalgama, con archi e fiati talvolta un po’ soffocati dalle  pesanti percussioni.
Dopo una prima parte incentrata esclusivamente sui brani di The Blue Wave, la band si concede un passo indietro immergendosi nelle sonorità dark wave di Pieces of Us Were Left On The Ground con brani come Deus, Darkstar, Dominio e Wireless. Lasciando in alcuni casi l’orchestra in stand by, i JoyCut ritornano ad una dimensione più intima, preparandosi al gran finale con la cover di Treasure dei Cure. Dopo due ore ininterrotte, Pasco Pezzillo, Gaël Califano, Matilde Benvenuti, Julian Zyklus, Rodrigo D’Erasmo, Vince Pastano, Giò Sada, gli orchestrali e il Maestro Corvino raccolgono non solo i meritati applausi, ma addirittura una standing ovation. La sensazione di aver assistito a qualcosa di importante aleggia nell’aria
Daniela Follero


Teatro Auditorium Manzoni – Bologna
16 Settembre 2023
Foto di Rudy Filippini

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