JOHN GARCIA
Londra | The Underworld | 3 Novembre
Dalle ceneri dei disciolti Vista Chino, Hermano, Unida, Slo Burn e dei leggendari Kyuss, nasce il progetto solista in versione un-plugged di una delle voci più significative dello stoner, John Garcia. Il Nostro porta a Londra un concerto esclusivo: il palco adibito a salotto, con tanto di cocktails e birre sistemati su un tavolino per invogliare il pubblico ad unirsi come quando ci si ritrova tra vecchi amici dopo molti anni, è senza dubbio invitante. Questo setting particolarmente anomalo per l’Underworld è lo stesso per il danese Christian Hede Madsen che con il suo progetto solista Bellhound Choir ha il compito di preparare il pubblico per il tanto atteso headliner. Il musicista si presenta solo con la sua chitarra e un paio di amplificatori: le sue note calde e passionali incantano il pubblico che rimane immobilizzato per tutta la durata del set, trasportato negli spazi senza fine dove ci si lascia andare, circondati dalle atmosfere incantevoli che il Nostro riesce a creare con una successione di splendidi passaggi acustici. Il bar dell’Underworld è deserto, a conferma che nessuno vuole perdersi un istante di questo set idilliaco.
“Sono molto nervoso” dichiara Garcia non appena arriva sul palco, prima di sistemarsi sulla sua poltrona. Tra un sorso di vodka orange e un sorriso dopo l’altro al pubblico, Garcia accende il set con la divina Phototropic dei Kyuss, eseguita in tutta la sua essenza più profonda. Accompagnato dal connazionale Ehren Groban (leggi War Drum) alla chitarra acustica, Garcia si abbandona ai ritmi più incalzanti di Her Bullet’s Energy e El Rodeo, un altro capolavoro dell’era Kyuss. Dopo un paio di parentesi molto allettanti dedicate al lavoro solista di Groban, Garcia conclude in bellezza con Space Cadet, un’altra traccia storica dei Kyuss. La sua voce colpisce dall’inizio alla fine del set, senza alcun calo di tensione. È stato bello rivivere il passato e vedere che l’anima della band è stata e sarà sempre lui.
Fabiola Santini (testo e foto)