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JOAN JETT E DHUNU

Due storie rock al femminile al Seeyousound

Al Seeyousound, festival di cinema a tematiche musicali che si sta svolgendo a Torino in questi giorni, mi è capitato di vedere nella stessa giornata due film in concorso diametralmente opposti eppure con un importante punto in comune.

Il primo è Bad Reputation, il documentario del 2018 che il regista Kevin Kerslake ha dedicato a Joan Jett, icona del rock, chitarrista e cantante, fondatrice delle Runaways e poi leader della band Joan Jett & The Blackhearts, tutt’oggi attiva. Bad Reputation è il titolo del primo album di Joan solista dopo lo scioglimento delle Runaways, con la produzione di Kenny Laguna e la collaborazione come session men degli ex Sex Pistols, Steve Jones e Paul Cook, pubblicato nel 1980 come eponimo e poi ristampato l’anno dopo con il nuovo titolo. Il 1981 è anche l’anno di un altro album, il primo con i Blackhearts, intitolato I Love Rock’n’Roll, la cui title track è divenuta un brano molto noto, quasi un inno del rock, anche grazie alla promozione del video sul canale TV musicale allora appena nato, MTV. Un mondo che il regista Kevin Kerslake peraltro conosce bene avendo realizzato numerosi video musicali per artisti come R.E.M, Nirvana, Depeche Mode, Green Day, Sonic Youth e Red Hot Chili Peppers.

Il documentario Bad Reputation racconta il percorso musicale di Joan Jett, a cominciare dalle sue prime ispirazioni, i locali che frequentava, la nascita delle Runaways e la collaborazione con Kim Fowley, poi l’incontro e l’amicizia con Kenny Laguna e il nuovo capitolo con i Blackhearts, e infine l’attività come produttrice discografica di Joan (soprattutto nel punk, per esempio è lei a produrre l’album dei Germs) e la sua lotta contro le discriminazioni, soprattutto nel mondo del rock, oltre al suo sostegno alla causa animalista. Le immagini e i filmati del documentario sono accompagnati da interviste (tra gli altri a Iggy Pop, Debbie Harry e Miley Cyrus) a diversi personaggi e con il commento della stessa Joan. L’attenzione è rivolta principalmente alla musica attraverso la quale emerge indirettamente la dimensione personale di Joan che ci tiene molto a ricordare in ogni occasione, che tutto è cominciato quando, a tredici anni, ha chiesto in regalo una chitarra ai suoi genitori e loro gliel’hanno comprata. Lo ricorda anche il giorno della cerimonia per il suo ingresso nella Hall of Fame, ringraziandoli per averla accontentata.

Ed è questo l’anello che collega la storia di Joan a quella di Dhunu, la protagonista di Village Rockstars, film scritto e diretto da Rima Das e scelto dall’India come candidato agli Oscar 2019. Dhunu è una bambina di dieci anni che vive in un paesino del nord dell’India e sogna di creare una rock band. Desidera una chitarra e la chiede alla mamma, rimasta vedova, ma la loro condizione economica non permette al genitore di affrontare tale spesa facilmente. Per poter avere quella somma bisognerebbe vendere la capretta a cui Dhunu è molto affezionata e poi ci sono le frequenti inondazioni che aggravano la già precaria situazione. La bambina si costruisce quindi una chitarra di polistirolo, decorandola con cura, e la suona come se fosse vera. È il suo rifugio per sfuggire dalla realtà ed è lo strumento che le permette di sognare una vita diversa. Ma per una ragazza povera dell’India rurale non ci sono molte possibilità di cambiare il proprio destino. Nonostante ciò, la mamma, figura fiera e forte del film, riuscirà a comprare l’agognata chitarra e a regalare la felicità a Dhunu, anche se in fondo consisterà soltanto nel poter suonare per i suoi amici nella campagna vicino casa.

Due ragazzine, Joan e Dhunu, due storie completamente diverse, in due angoli del pianeta molto distanti tra loro geograficamente, per cultura e tradizioni, ma accomunati dallo stesso desiderio di possedere uno strumento musicale, una chitarra e di fondare un gruppo rock. Entrambe con la voglia di scardinare il ruolo a loro attribuito dalle rispettive culture in quanto donne, e di farlo imbracciando una chitarra, in un ambiente come quello del rock considerato tipicamente maschile. Per Joan sarà un percorso più facile, seppur cosparso di ostacoli.

Rossana Morriello

 

SEEYOUSOUND

INTERNATIONAL MUSIC FILM FESTIVAL

Torino 25 gennaio – 3 febbraio

http://www.seeyousound.org/film-festival-v/

 

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