Interpol: il report del live di Roma
Roma, Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, 28 Giugno 2023
Nel viale che porta alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica è pieno di magliette dei Joy Division.
La maggior parte delle persone che le indossano hanno cinquant’anni e, probabilmente, le hanno acquistate più di trent’anni fa. Prima che uscisse Turn On The Bright Lights, l’imperdibile esordio degli Interpol del 2002. È anche grazie alle celebrazioni per i quindici (e ora venti) anni di quel disco che Paul Banks, Daniel Kessler e Sam Fogarino sono tornati a suonare tour mondiali. Come il nuovo world tour che il 28 giugno ha toccato anche Roma (dopo Milano e Torino).
L’occasione è la pubblicazione del settimo album della band americana, The Other Side of Make-Believe (Matador, 2022), ma sia le nuove magliette che la nuova grafica del sito ufficiale degli Interpol rimandano all’estetica del loro primo album. Anche la scaletta del concerto romano penderà più sui classici dei primi due album, che sulle novità dell’ultimo.
Lo show comincia alle 21.30 con una versione fedele all’originale di Toni, uno dei tre brani del nuovo album presentati dal vivo (gli altri due sono Fables e Into The Night). Il pubblico però esplode solo sulla seguente Obstacle 1 (da Turn On The Bright Lights), nonostante alcuni problemi tecnici costringano la band ad abbandonare il palco per dieci minuti. Tornati sul palco, Banks e compagnia cercano di capire fin dove possono spingere volumi ed effetti, canzone dopo canzone. Passano così quasi in sordina If You Really Love Nothing (da Marauder), Narc e Take You On A Cruise (entrambe da Antics) fino ad una versione particolarmente rumorosa e distorta di Evil che fa danzare l’intera Cavea. Il pubblico canta anche le canzoni degli album meno celebrati come My Desire (da El Pintor) e Rest My Chemistry (da Our Love To Admire). Gli Interpol in qualche modo captano l’entusiasmo del pubblico, ringraziandolo più volte, e costruendo una scaletta più lunga rispetto ai concerti di Milano e Torino.
Banks anuncia Roland, poi sul finale, senza dir nulla, gli Interpol suonano una trascinante The New legata ad una ancora più esplosiva PDA (classici di Turn On The Bright Lights). Generoso anche il bis: una bellissima Lights (l’unico brano suonato dall’omonimo Interpol) seguita dalla conturbante Stella Was A Diver and She Was Always Donw (ancora da Turn On The Bright Lights) e dal gran finale di Slow Hands (da Antics) con tutta la Cavea a ballare e cantare.
di Roberto Mandolini
ph: Sabrina Vani





























