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IL PAN DEL DIAVOLO

Piombo, Polvere e Carbone

La Tempesta

Flette su una sorta di sperimentalismo urban-folk, l’ultima fatica de IPDD, dove a premere sul margine referenziale della tradizione sta una certa quota di sano rumore, a volte sublime, altre spiazzante, con qualche pulsione psichedelica. C’è un intero edificio R’n’R ad attendere che il duo scardini fondamenta e riformuli alchimie secondo un codice binario (acustico/elettrico) aduso, ma disvelante un revival arcaico di fatto suggestivo: a cooptare con gusto del paradosso colossi come Gene Vincent e la conterranea Rosa Balistreri, Screaming Jay Hawkins e Bennato. Un sunto iperbolico compiuto, dove la dolcezza torbida di La Differenza e le ombre gotiche (e harsh) di La Viliore ribadiscono quanto finora già espresso negli ottimi precedenti, ma qui con sagaci spinte in avanti, poco horror vaqui e ancora meno paura d’osare. Mixato dal blasonato JD Foster (Calexico), addizionato da importanti guest quali Nicola Manzan e Diego Sapignoli, assume a volte nuove (ma antiche) valenze di un’America da frontiera, motteggiante Giant Sand, ma dalla parte de noantri, se a far capolino son sempre Rino Gaetano, Vasco Brondi e qualche velatura à la Alberto Ferrari. E c’è Vento Fortissimo (voce in dramatis personae), a contrarre debito col Moltheni di Splendore e Terrore, con bella forzatura metrica – marchio segnico del duo. Disco per certi versi fastoso, nella consueta inseparabile, e panica, miscela di sacro e profano.

Gioele Valenti

 

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