I LOVE YOU BUT I’VE CHOSEN DARKNESS
Dust | Secretly Canadian
Otto lunghissimi anni: tanto è durata l’interminabile attesa del seguito di quel Fear Is On Our Side che illuminò di una tetra luce gotica l’ormai lontano 2006 e circondò di un’appassionata aura di culto gli I Love You But I’ve Chosen Darkness, quintetto dall’incredibile nome e dalle imponderabili origini texane (Austin, per la precisione), ma con il cuore chiaramente perduto nelle nebbie del post-punk inglese dei primi anni 80. Cosa la band abbia combinato in tutto questo tempo non è dato saperlo. Il sito ufficiale è al momento inaccessibile (schermata con richiesta di password e niente altro), inadeguatamente surrogato da una pagina Facebook creata solo la scorsa estate, mentre nella cronologia delle news sul sito della Secretly Canadian si osserva un brusco salto tra il luglio del 2007, quando si anticipa l’intenzione del gruppo di lavorare ad una nuova raccolta, e l’agosto del 2014, quando viene finalmente annunciato il nuovo album. In una intervista recentemente apparsa in rete (evento epocale!) il bassista Edward Robert, candidamente, smentisce l’esistenza di particolari misteri riguardo a questa lunga assenza: semplicemente il gruppo si è preso il suo tempo. Sarà, ma la precisione chirurgica con la quale gli ILYBICD hanno dissipato l’attenzione attorno al loro nome e si sono ritirati in un’assenza totalmente antidivistica è qualcosa di raro e impensabile in un mondo come quello del pop (in senso lato, ovviamente), sempre all’inseguimento di uno hype da monetizzare. Anche la “macchina promozionale” creata per il nuovo lavoro sembra presentare qualche falla: il disco è disponibile solo in vinile e download digitale (incomprensibilmente niente CD, almeno per ora) e copertura del mercato non certo capillare, dal momento che, a quanto pare, la Monopsone, etichetta incaricata della distribuzione europea del disco, ha previsto per l’Italia un numero molto limitato di copie, preferendo forse puntare sulla vendita diretta online. Insomma: appare evidente che Christian Goyer e soci al successo abbiano preferito… l’oscurità e, tutto sommato, a noi piacciono proprio per questa loro indole schiva ed ombrosa. Venendo alla sostanza del nuovo album, Dust non delude le attese, presentando diversi punti di contatto con l’esordio di otto anni fa (il primo singolo Faust è decisamente la nuova The Ghost), ma ammorbidendone talora le tinte oscure e le atmosfere spesso angoscianti con brani più morbidi, eterei, ma forse un po’ meno incisivi, nei quali il buio viene improvvisamente squarciato da raggi di morbida luce radente (il trittico Stay Awake, Heat Hand Up, Safely). Per fortuna “chi ha scelto l’oscurità non può tornare indietro”, come ha affermato Edward Robert nell’intervista succitata: presto le tenebre tornano ad addensarsi e i nervi ricominciano a farsi tesi con le febbrili Come Undone, Walk Out e con l’inquietante anatema di You Are Dead To Me, in un tetro crescendo che compie infine la sua catarsi con la magnifica The Sun Burns Out. Lungamente atteso ed inevitabilmente carico di aspettative forse eccessive, Dust si pone un gradino al di sotto dell’esordio-capolavoro del 2006, ma riesce a rinnovare la magia di una band di culto, che al successo preferisce un comodo rifugio tra le ombre di canzoni bellissime ed ammalianti. Gli ILYBICD sono tornati, finalmente.
Enrico Iannaccone