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Davanti il Duomo di San Martino a Utrecht (Paesi Bassi) c’è un braciere acceso sotto la pioggia a ricordare il concerto di Grouper. Sembra il set di un episodio del Trono di Spade. Dentro la chiesa offrono del vino rosso. Il pubblico è numeroso, forse più di quanto fosse lecito aspettarsi. Liz Harris è puntuale: alle 22:30 appare nel buio, si siede, si toglie le scarpe (da trekking) e dà un sorso al suo tè. Davanti ha un mixer audio, una manciata di registratori a cassetta, un blocco per gli appunti, qualche pedale e la sua chitarra elettrica. Una piccola lampadina a led illumina quanto basta. Dai nastri partono i tappeti sui quali Grouper intarsia con la sei corde sussurrando nenie che sanno di arcaico. Alle sue spalle un telo è coperto da proiezioni in bianco e nero, visionarie come la sua musica. Il pubblico sembra incantato. Il sogno dura meno di un’ora: il risveglio è un lento mantra che si dissolve mentre Liz si allontana dal palco ancora immerso nel buio.

Il festival LeGuessWho? è cominciato solo oggi e già Liz Harris ha regalato un concerto indimenticabile.

9 novembre | Domkerk | Utrecht | LeGuessWho?

Roberto Mandolini

ph Laura Fabbri

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