FRANCESCO GUCCINI
L’ Ultima Thule
Capitol
Il senso che Virgilio intendeva per l’aggettivo ultima, applicato all’immaginaria Thule era di estremo, per indicare un Nord più a Nord del nord, confortante poichè irraggiungibile.
Francesco vuole andare in pensione dal mestiere del cantautore e lo fa con questo album dal sapore domestico, registrato nella sua Pàvana, paese dove i tre stati lacaniani di reale, immaginario e simbolico trovano sintesi magica.
Gozzaniano e poetico, come sempre, storie di un tempo, radici sottolineate da quella ghironda evocativa che introduce “Su In Collina”, storia partigiana, come alla memoria va affidata Quel giorno di Aprile, canzone statale.
Oggi non si è più audaci a tenere in tasca “l’Unità” e probabilmente con Guccini va in pensione un’intera generazione di audaci – loro sì – di poeti del quotidiano, di sognatori: qui da noi, in Italia, ne restano davvero pochi.
Quest’ album introspettivo e intenso, che sa raccontare, dall’iniziale Canzone di Notte n°4 alla meravigliosa Notti, fino all’epitaffio della title track, passando per emozioni talvolta prevedibili, ma certamente sanguigne e popolari. Sono davvero felice che Francesco abbia guadagnato il disco d’oro con questo suo album: c’è da sempre tanta dignità nelle sue canzoni, dignità di anarchico. Così ritirarsi a 72 anni. Un ritiro fisico, perché le sue canzoni, che hanno davvero segnato un tempo, restano segnando indelebilmente una stagione culturale irripetibile. Grazie Francesco.
Massimo Marchini