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DIVA

Moon Moods

Critical Heights

 

Davvero un tipo bizzarro questa Diva Dompe: figlia del batterista dei Bauhaus Kevin Haskins, nome di battesimo che è già un perfetto moniker, cresciuta nell’assolata Los Angeles e quindi lontanissima dalle nebbie gotiche evocate dalla band paterna, immagine eccentrica di svagata hippie postmoderna (con tanto di ascelle non depilate orgogliosamente esibite nei videoclip), sito personale che è uno stordente guazzabuglio di colori acidi e tematiche fantascientifiche. Dopo aver suonato il basso nei Pocahaunted e aver condiviso il progetto BlackBlack con la sorella Lola, Diva prosegue il proprio cammino solista iniziato nel 2011 con The Glitter End, pubblicando la sua seconda raccolta intitolata Moon Moods. Il nuovo album propone una ricetta sonora lunare (come da titolo) o più semplicemente stralunata, che affastella, in maniera invero un po’ confusa, divertenti filastrocche (l’iniziale I wanna get to know you, degna del repertorio di Leslie Feist), incalzanti electro-pop, inquietanti e a tratti francamente tediose litanie dallo spazio profondo, atmosfere cinematografiche (Lonely Drive non sfigurerebbe nella colonna sonora di un film di David Lynch) e citazioni anni ’80 (l’orecchiabile funky di Smooth Ride, ma anche Feline Divine, che ricorda un po’ Blondie… e un po’ la nostra Diana Est!). 

Un personaggio stravagante per un album suggestivo ma forse troppo ondivago ed irrisolto. 

Enrico Iannaccone

 

 

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