Top

DESERTFEST | Day Two

| Londra | 26 Aprile

 

La seconda giornata del Desertfest edizione 2014 è indubbiamente la più esplosiva.  Prima di iniziare la maratona doom, sludge, southern rock e metal estremo (leggi: Dragged Into Sunlight, uno dei gruppi più attesi dell’intero evento) spostandosi tra una venue e l’altra,  il pubblico ha anche la possibilità di acquistare  rarità in vinile presso il merch stand posizionato strategicamente al piano superiore dell’Electric Ballroom. Inoltre  presso il Vans Store, che si trova di fronte alla stazione di Camden, gruppi quali gli inglesi Earls Of Mars, gli americani ASG, e i  norvegesi Kvelertak sono disponibili per signing nel corso della giornata.  And so it begins….!

 

I Canadesi Anciient danno avvio alla giornata con una performance apocalittica all’Electric Ballroom: il loro sound, ricco di riffing  costruiti alla perfezione e assoli  intensi e trascinati  rappresenta l’essenza di un connubio perfettamente riuscito tra Mastodon e Opeth.   L’atmosfera cambia radicalmente spostandosi di pochi passi al vicino Underworld dove i norvegesi Arabrot distruggono tutte le barriere del suono con il loro roise rock dominante e si confermano una delle band imperdibili della giornata. Di ritorno all’Electric Ballroom, ci si trova improvvisamente immersi nel calore  inebriante del North Carolina con i mitici ASG. Con un vero e proprio arsenale di riff seducenti che avvolgono in pubblico  in una ondata di passione  travolgente, il quartetto  stoner psichedelico offre una performance indimenticabile. Il tentativo di raggiungere gli inglesi di Hasting Wizard Of  Fight al Black Heart fallisce miseramente, la venue è stracolma, tanto che sono in molti in fila (come la tradizione inglese comanda) al di fuori dal locale, nella speranza di cogliere almeno qualche attimo della versione live del loro  sludge davvero tosto. I connazionali Dead Existence, già noti al pubblico per la recente performance come gruppo di supporto  ai Conan¸ si ripropone con un hard-core sludge intossicato da  accenni doom che attaccano inesorabilmente per tutta la durata del set. Di ritorno all’Underworld, gli 11Paranoias passano quasi del tutto inosservati e dopo una capatina  all’Electric Ballroom dove i veterani (anche loro dal North Carolina) Weedeater preparano il terreno per gli headliner della seconda giornata, è impossibile mancare allo show degli americani The Body. Il duo originario di Portland propone una miscela esplosiva di necrotic death  ricca di contaminazioni industrial e noise che fanno rabbrividire anche i più intransigenti in materia.  Davvero bravo il frontman Chip King che, con i suoi vocalizzi volutamente lancinanti, mantiene temperature altissime. Spetta ai norvegesi di Stavanger Kvelertak il meritato ruolo di headliner della seconda giornata del Desertfest: gli scatenatissimi trash rockers stanno conquistando  un pubblico in costante ascesa dal loro self-titled album di debutto uscito nel 2010; da allora, sono irrefrenabili. Non appena il frontman Erlend Hjelvik si presenta in palco con la ormai ben nota maschera di gufo, l’audience esplode. Il loro sound, ricco di toni punk e black metal trova indubbiamente la migliore espressione nella versione live. La giornata non poteva concludersi meglio con la performance di chiusura all’Underworld degli inglesi Dragged Into Sunlight. Come anticipato, la band è una delle più attese del festival. I volumi atroci rappresentano l’essenza della band che, sin dallo splendido album di debutto, Hatred For Mankind uscito nel 2012 ha sviluppato un sound unico, dove  sluge/gore, doom e black metal si fondono in un conubbio rovinoso e potente. Incappucciati e con le spalle rivolte pubblico stipato all’eccesso, la band  non lascia la presa per tutta la durata del set.  Raffiche di fumo e luci rosse rendono l’atmosfera surreale, come se ci si trovasse nel bel mezzo dell’apocalisse. Basta una parola per definire il set dei Dragged Into Sunlight: unico!

 

Tra i gruppi  previsti per la terza e ultima giornata del Desertfest edizione 2014 spicca l’orgoglio italiano doom dei triestini Grime e dei romani Black Rainbows. Anche se l’anticipazione per i giapponesi Church Of Misery e per gli svedesi Kongh è indubbiamente già nell’aria.

Fabiola Santini

Ph: Fabiola Santini

ASG-2-

Arabrot-THE-BODY-2- Anciient- DRAGGED-2-

 

Condividi