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DESERTFEST | Day Three

Londra | 27 Aprile

 

Ed ecco arrivata la terza ed ultima giornata del Desertfest edizione 2014.   Tra le band più attese i giapponesi Church Of Misery: il loro set precede quello di Boris, gli ultimi headliner dell’evento, anche se  indiscutibilmente spetterebbe alla truppa nipponica la meritata posizione di prestigio. All’Underworld gli svedesi Kongh si impongono alla grande mentre l’Italia è rappresentata con onore da due gruppi davvero tosti:  i romani Black Rainbows e i triestini Grime.

The beginning of the end…

 

Spetta proprio ai Black Rainbows il compito di aprire all’Electric Ballroom: la loro miscela esplosiva di rock anni ‘70 è arricchita da accenni di stoner groove anni ‘90. Il risultato? Il loro set smuove il pubblico  che non smette di ballare per tutta la durata della loro splendida performance. Davvero bravi!  Impossibile resistere ai norvegesi di Oslo Lonely Kamel: la band capitanata da Thomas Brenna è indubbiamente la forza motrice della scaletta di oggi. Con raffiche di rock tradizionale, intriso di doom inebriante impreziosito da accenni di blues psichedelico, i Lonely Kamel incantano nel vero significato della parola. Hanno all’attivo solo tre full-length (il terzo, Dust Devil è una vera chicca) ma con lo show di oggi dimostrano di avere la maestria di gruppo ultra affermato.  Ed ecco il turno della seconda band italiana di oggi: i Grime conquistano l’Underworld con il loro sludge / doom sparato a volume atrocemente alti pur mantenendo un’ottima acustica.  I nostri compiono uno psichedelico passo in avanti in questa occasione, granitico e di forte impatto: a questo trio di  capaci musicisti c’è solo da augurare che il seguito di pubblico cresca a livelli esponenziali. Di ritorno all’Electric Ballroom, da rilevare è l’ottima performance dei Radio Moscow, band le cui quotazioni sono in netta crescita  e che con successo, si sta allontanando dai canoni tradizionali del tipico rock anni ‘70, costruendo uno stile più personale. Lo show dei Graves At Sea subisce un forte ritardo che consente una piccola pausa al Black Heart per fare razzie al merch e per catturare qualche istante del set degli Hull. La liturgia continua con una delle band stoner doom più originale del momento: gli americani di New Bedford (MA) Elder. I rockers appaiono in ottima forma: con il loro secondo album, Dead Roots Rising hanno dimostrato di sapersi espandere verso  orizzonti più lontani che spaziano tra lo sperimentale e il melodico blueseggiante. Un connubio d’effetto, soprattutto in versione live. Finalmente è arrivato il momento della band forse più attesa di tutto il festival: i famigerati sovrani del doom nipponico Church Of Misery. Grande show, accompagnato da un’ ottima presenza sul palco e da effetti luci spettacolari, di forte impatto visivo. È un piacere vedere la venue piena quasi all’eccesso per gli svedesi Kongh, i meritatissimi headliner della giornata di chiusura all’Underworld. Reduci dall’uscita del loro terzo album Sole Creation,  il trio sa come esprimere live il proprio sound  esclusivo, dove il riffing avvolgente sparato a mille – grazie alla maestria del chitarrista David Johansson – si contra con il drumming poderoso del bravissimo Tomas Salonen. Una vera esibizione di libertà assoluta e spontaneità a pieni voti e il pubblico non li lascia molto facilmente, inebriato dalla perfezione assoluta del set.

La notte è ancora giovane: per i più imperterriti,  il festival continua fino alle prime ore del mattino con l’aftershow party proprio quì all’Underworld. Tre giorni non-stop di sano doom, sludge, southern rock e noise  con gruppi  di prestigio: il  Desertfest è uno degli eventi da non perdere non solo per gli amanti di questi generi musicali ma anche per coloro che intendono trascorrere un week-end londinese all’insegna di “good times”. L’appuntamento è ormai diventato una tradizione per molti aficionados: l’edizione 2015 è già nell’aria: www www.thedesertfest.com/london/

Fabiola Santini

Ph: Fabiola Santini

Church-3- Kamel-2- Eagle-Twin2- Radio-Moscow- Grime-2- Elder-2-

 

 

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