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CLUB2CLUB FESTIVAL

BATTLES – THOM YORKE – JAMIE XX | Torino, Lingotto Fiere | 6 novembre

Quindicesima edizione di Club2Club e sold out meritato grazie a un cartellone ben bilanciato tra qualità e ricerca. Grande affluenza per Apparat al Conservatorio torinese di Piazza Bodoni e per Floating Points al Teatro Carignano, a conferma che l’utilizzo di certi spazi “adulti” è ormai congruo anche a performance elettroniche. Plauso all’head quarter del festival, situato all’interno dell’AC Hotel: una cornice ben strutturata e rilassante, che ha ospitato incontri con gli artisti, conferenze e performance. Il cuore pulsante del festival resta in ogni caso il Lingotto che, pur manifestando gli ormai consueti problemi di acustica, presenta un’apprezzabile novità: viene infatti abbandonata la Sala Rossa (ribattezzata negli anni “sauna rossa” a causa delle temperature proibitive generate al suo interno) a favore della Sala Gialla, leggermente più distante ma più capiente e gestibile. La serata per me comincia con i Battles, che suonano compatti e precisi ricordandomi in più di un episodio certe geometrie sonore dei Primus. Una performance molto fisica che trova il suo apice nell’esecuzione di Atlas. Poi due balli veloci al ritmo speziato di Omar Souleyman ed è già tempo di Thom Yorke, nome mainstream in grado di richiamare pubblico trasversale, ampliando il tradizionale target club oriented del festival. Una scelta che ricalca l’esperimento Battiato dello scorso anno, con risultati enormemente amplificati. Il leader dei Radiohead è un muezzin occidentale: declama, si muove frenetico sul palco, balla, saltella, saluta ripetutamente il pubblico e manifesta genuino entusiasmo. Agli organizzatori confiderà più tardi che: “Torino è una città magica con un’energia diversa da tutte le altre città italiane”. Esegue (bene) i brani del suo Tomorrow’s Modern Boxes, ma la marcia in più della performance arriva grazie alle proiezioni dell’artista olandese Tarrik Barri. Forme geometriche semplici ma incredibilmente vive e organiche si intrecciano al canto, prendendo il sopravvento sulla musica stessa e catapultandoci in un’esperienza sensoriale ipnotica e suggestiva. Convincente. Mi sposto per assistere alla parte finale del set di Todd Terje ma purtroppo è già tardi: un muro di persone in coda impedisce l’ingresso. Nella direzione opposta della fila intravvedo però scorrere volti ricolmi di sorrisi, segno che la disco 2.0 del norvegese ha saputo centrare il bersaglio. Tempo di un paio di sigarette e arriva il momento di Jamie XX. L’enorme mirror ball sulla sua testa sembra sottolineare che finalmente nella main room sia arrivato il momento di ballare. A dirla tutta, la selezione risulta coinvolgente ma un po’ schizofrenica:  electro, 2 step,  soulful house, bigbeat (bigbeat?? Si! Bigbeat) per poi sfociare in un comprensibile boato collettivo quando attacca il synth di Everything in Its Right Place. Raffinato e piacione, come sempre. Il mio Club2Club 2015 finisce qui. Saluti da Torino (come recita il claim di quest’anno) e arrivederci al prossimo anno.

Gianluca Servetti

 Le foto di Jamie XX e Battles sono di Matteo Boschetto, la foto di Thom Yorke è di Andrea Macchia.

 

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