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CALEXICO Cover Story

L’unico tempo che non cambia mai è quello davanti al foglio bianco, con le idee che si affollano, le parole che cercano di infilarsi nel flusso giusto e migliaia di suoni che si accavallano in quella impossibile traduzione tra note e lettere, tra accordi e parole. Intorno invece, il tempo si schiaccia e scorre velocissimo appiattendo foreste, montagne, città e deserti. Poco più di quindici anni fa dalla west coast arrivarono suoni che si somigliavano tra loro e che evocavano un immaginario che tutti, per motivi diversi, avevano dentro. Border divenne una parola chiave, spesso usata a sproposito. Ma certe chitarre liquide con lunghi echi alle spalle, i fiati a gonfiare l’aria di fuoco rovente e i ritmi serrati e incespicanti facevano viaggiare l’immaginazione…su ROCKERILLA APRILE l’articolo ‘Oltre il confine del tempo” di Paolo Dordi; artcolo/intervista “Deserti alle frontiere del sole”+ recensione di Massimo Marchini.

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