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BRUJERIA + CRYPTOPSY

14 Agosto | Londra | The Dome

Il festival Brutal Assault è finito da pochi giorni e due gruppi che hanno dato alla scaletta del noto evento estivo una solida componente death e grind sono live a Londra: si tratta dei canadesi Cryptopsy e dei messicani Brujeria. La serata parte con il gruppo thrash tutto femminile delle brasiliane Nervosa. Il loro set è il preludio perfetto agli australiani Psycroptic: dal momento in cui la bombastica Echoes To Come viene gettata alla folla incandescente, ci si rende di conto di avere di fronte una formazione di tutto rispetto. Il growling del frontman Jason Peppiatt è cavernoso e primitivo, le sferzate di chitarra di Joe Haley riescono a combinare bene la pesantezza di un death estremo con sfuriate grind simili a rasoiate. La torcia viene passata ai messicani: per i Brujeria la parola limite non esiste, sia in fatto di volumi, atroci all’eccesso, che di velocità spezzacollo. Imbavagliati come dei banditi pronti ad assalire chiunque ostacoli la loro foga bellicosa, lo squadrone di Juan Brujo & Co. non esita a scaraventare a bruciapelo una serie di sezioni ritmiche che farebbero saltare anche i morti. L’alternanza di cambi di tempo e l’inserimento a catena di assoli micidiali e fulminei caratterizzano il sound di questa band esplosiva. La presenza sul palco di Shane Embury dei Napalm Death come ospite speciale dà un tocco ancora più calamitante alla sequenza di Marcha De Odio e Anti-Castro, tracce che scatenano un vero entusiasmo collettivo tanto che, a fine set, non si distinguono più i membri della band tra la miriade di fan che si sono lanciati sul palco, in preda a un furore incontrollabile. Ma non si percepisce alcuna forma di violenza: al contrario, il set dei Brujeria si trasforma in una grande festa. Con i successori l’atmosfera si ridimensiona a livelli più contenuti, ma è solo una sensazione effimera: anche con i Cryptopsy non mancano i ritmi fulminei che definiscono il sound brutale di base nella sua tecnicità più assoluta. Il frontman Matt McGachy offre un esempio di growling che come aggressione e pitch ha pochi rivali in giro: con Cold Hate, Warm Blood e Slit Your Guts lo squadrone canadese conferma ancora una volta di essere una delle band di punta del death più tecnico.

Fabiola Santini (testo e foto)

 

 

 

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