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BLEKKMETAL

Bergen | Hordaland (N) | 13-15 Novembre

La splendida città di Bergen, la perla nera della Norvegia, che ha annoverato in passato (leggi Hole In The Sky) e annovera tutt’ora (leggi Beyond The Gates, https://www.facebook.com/beyondthegatesbergen e Blastfest http://blastfest.no) alcuni dei festival di metal estremo tra i più prestigiosi del globo, ospita quest’anno un evento unico ed esclusivo chiamato, per rispettare la tradizione locale, Blekkmetal. Dedicato esclusivamente a band norvegesi, sin dai primi annunci Blekkmetal ha scatenato un certo fervore non solo in patria, ma anche nel resto d’Europa. Con nomi come Enslaved, Taake, Kampfar, la reunion inaspettata delle pietre miliari degli Old Funeral e la performance del mega progetto dei The C.L.A.S.P. Ritual, Blekkmetal ha fatto centro. Il metal estremo più temuto e condannato del globo è nato qui a Bergen, il luogo ideale per rivivere un passato tutt’ora minaccioso e al contempo indimenticabile. Blekkmetal non è solo musica: per l’occasione sono stati chiamati tattoo artists di fama internazionale quali Trine Grimm (Norvegia), Uncle Allan (Germania), Kali Tattoo (UK), Jon Clue (USA) e l’italiano Welt. Per tutta la durata del festival, questi artisti di innato talento hanno messo a disposizione il loro lavoro a chiunque volesse immortalare sulla propria pelle un souvenir dell’evento con delle vere opere d’arte. La parte riservata all’esplorazione del mondo dei tatuaggi, ha dato al Blekkmetal un’impronta non indifferente. E non solo: tra un concerto e un tatuaggio, il pubblico ha anche la possibilità di ammirare le opere di artisti di rilievo della scena black metal: due dei locali dello USF, la venue riservata per l’evento, sono stati adibiti all’esibizione dei lavori di Kristian Eivind Espedal, aka Gaahl ( ex Gorgoroth, God Seed, Wardruna e Gaahl’s Wyrd), Tania Stene, Anders Røkkum e Jannicke Wiese-Hansen, tatuatrice presso lo studio Let’s Buzz (http://letsbuzz.no), responsabile non solo di tutta la parte organizzativa dell’evento insieme a Martin Kvam, mastermind della Dark Essence Records (http://www.darkessencerecords.no) ma anche autrice della splendida cover del primo album degli Immortal, Diabolical Fullmoon Mysticism (1992), nonché dell’artwork dei primi due album di Burzum e dei primi due logo degli Enslaved. Le riproduzioni di queste opere uniche e rare, possono essere acquistate in loco, insieme a libri, merch e gioielleria esclusiva. In una saletta semi-nascosta all’ingresso, sono messe a disposizione del pubblico altre rarità come le primissime copie della nota fanzine Slayer, merch e vinili originali dell’epoca.

 

Venerdi 13.11.15: i cancelli si aprono alle 12 in punto, con l’apertura ufficiale del festival da parte di una delle figure più rappresentative del metal estremo, Ivar Peersen, chitarrista degli Enslaved e forza motrice dell’evento. Il pubblico ha la possibilità di rinchiudersi nel Cinemateket per godersi Freaks prima di assistere all’intervista da parte di Jonathan Selzer, giornalista di fama internazionale (Metal Hammer UK)‎ ai Kampfar e agli Hades Almighty in anticipazione ai loro concerti previsti nel corso delle due giornate. Spetta proprio agli Enslaved, normalmente in posizione di headliner, il compito di aprire la prima giornata con uno show dedicato interamente ai loro primi lavori quali Hordanes Land (1993), Vikingligr Veldi e Frost (1994). L’energia della sequenza di Loke e Slaget I Skogen Bortenfor è contagiosa, luci a intermittenza e sound maestoso creano un inizio perfetto. Seguono gli Aeternus che con il loro groove maligno danno un’impronta particolarmente seducente all’atmosfera dello USF, i coraggiosi front-rowers appaiono già surriscaldati, pronti ad accogliere i Gehenna. La magia e l’ambience eterea del loro set raggiungono l’apice con la splendida Abattoir, traccia resa ancora più sublime dai vocalizzi penetranti del frontman e chitarrista Sanraab, lo stregone incantevole. Hades Almighty danno un tocco più rock e indubbiamente meno black alla scaletta con un set che comunque ha il suo appiglio, anche se la band di chiusura attira tutta l’attenzione. Si tratta dei Gaahl’s Wyrd, progetto di Kristian Eivind Espedal che con una carrellata di tracce idilliache quali Andrande Tre dei Good Seed e Of Ice And Movement dei Gorgoroth chiude questa prima giornata in grande stile, mandando tutti a casa a notte inoltrata.

Sabato 14.11.15: i tragici eventi che hanno sconvolto Parigi con l’attentato al concerto degli Eagles Of Death Metal la sera precedente, sembrano non aver scosso, almeno in apparenza, il pubblico del Blekkmetal. Se in altre parti d’Europa (vedi i Megadeth e i Lamb Of God al concerto di Wembley) il supporto alle vittime da parte della comunità metal è stato dichiarato pubblicamente, qui allo USF tutto tace. Forse, come vuole la tradizione nordica, la sofferenza va vissuta in silenzio. Un silenzio che viene interrotto da un inizio trionfante per questa seconda giornata, con l’intervista, dopo lo screening di Nekromantik I a Grutle Kjellson e Ivar Peersen (Enslaved) e V’gandr (Helheim, Taake), da parte del canadese Vivek Venkatesh, figura di rilievo dietro la realtà metal di Grimposium (https://www.facebook.com/grimposium). L’umore barcollante si ridimensiona, almeno in parte. La parentesi dedicata ad esplorare il passato e il presente di queste due realtà iconiche del metal estremo norvegese, viene vissuta dal pubblico con molta partecipazione. Dopo un’altra capatina dai tatuatori, è il turno della prima band, il progetto nuovo di pallino dei The C.L.A.S.P. Ritual, il super-gruppo che vede la partecipazione di figure prestigiose quali Hoest (Taake), e Gaahl in qualità di frontmen. Il loro set è semplicemente divino, il clima sonoro rimane feroce per tutta la durata, il passo spedito e le dinamiche incessanti rendono questa performance una realtà a parte. La reunion inaspettata degli Old Funeral, nati nel 1988 ad opera di sua altezza infernale Olve Eikemo aka Abbath, è indubbiamente il set più esclusivo di questa seconda giornata. Sono in pochi tra i presenti che hanno avuto l’onore di assistere a uno dei loro rari concerti in passato, dato che il gruppo si sciolse a soli quatto anni dalla nascita. Tanto di cappello per la cover di Procreation Of The Wicked dei Celtic Frost, traccia eseguita in tutto il suo taglio sonoro accattivante. Seguono gli attesissimi Helheim, che indossando per l’occasione le tradizionali uniformi dei vichinghi, rendono l’atmosfera ancora più esaltante. Il lavoro di frontman di V’gandr è ammirevole, la sua presenza sul palco, soprattutto nelle tracce Jormundgand e Svart Visdom tratte dal loro capolavoro Jormundgand (2006) dove spiccano colate laviche inarrestabili di vocalizzi abrasivi, è pregevole. I Kampfar non deludono mai con un Dolk caricato a mille e in superforma che conquista il pubblico ormai in visibilio totale, pronto ad accogliere la band di chiusura. La posizione di headliner per questa seconda giornata poteva solo appartenere ai Taake. Lo squadrone di Hoest ripercorre i sentieri tormentati delle pietre miliari Over Bjoergvin Graater Himmerik (2002) e Hordalands Doedskvad (2005). I vocalizzi del frontman carismatico per eccellenza colpiscono grazie a una grinta travolgente. Alle note della divina Myr tratta dal capolavoro Noregs Vaapen il loro set si conclude in pompa magna.

L’indomani si apre con il noto giornalista norvegese Harald Fossberg che ripercorre, insieme a Bjørn Tønder, la prima intervista esclusiva al famigerato Burzum. I fan hanno poi l’opportunità di esplorare ulteriormente il lavoro dei tatuatori e di finire gli ultimi acquisti.

 

Un evento organizzato alla perfezione che non si ripeterà più: ecco alcune riflessioni da parte di Jannicke Wiese-Hansen, fulcro dell’organizzazione insieme a un team d’eccezione.

Blekkmetal era stato concepito inizialmente come una tattoo convention: improvvisamente si sono inserite le band e gli artisti, persone con le quali ho condiviso la nascita del black metal nei primi anni novanta, proprio qui a Bergen dove vivo. È nato tutto grazie al loro contributo, sono loro che hanno reso possibile questo festival in tuta la sua unicità, dando il meglio del loro passato, esplorando gli esordi: ecco perché non vogliamo ripetere questo evento con una seconda edizione, Blekkmetal si è concluso qui. Abbiamo messo a disposizione solo cinquecento biglietti per il pubblico: non è andato sold-out come molti si aspettavano, forse per il fatto che i fan preferiscono festival con più band e non tutti sono appassionati di tatuaggi, vogliono solo musica live. Per noi è andata comunque molto bene, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo principale, quello di rendere Blekkmetal un evento ricco di esplosioni esclusive. Pensa solo al The C.L.A.S.P. Ritual: un’idea nata dopo lunghe discussioni fino a notte inoltrata al Garage (nda: venue e punto di ritrovo dei black metallers di Bergen) con amici, membri dei Taake, Helheim e altri gruppi locali, tutte persone con le quali sono cresciuta, che hanno dimostrato subito il loro appoggio. E anche i Kampfar: io non li conoscevo personalmente, ma appena li ho contattati per sapere se erano interessati a far parte del festival, si nostro dimostrati disponibili senza esitazione. Ho voluto creare un evento sia per le band che per i tatuatori: come avrai notato, la zona riservata ai tatuaggi chiude un’ora prima del primo set, così i musicisti possono farsi un tatuaggio prima del concerto e i tatuatori possono godersi i concerti in pace. Nessuna delle band in scaletta ha ricevuto un compenso per aver suonato qui al Blekkmetal, l’evento è nato non a scopo di lucro ma per ricollegarsi all’old spirit”.

 

Martin Kvam aggiunge:

Blekkmetal è nato dall’idea della mia cara amica e tatuatrice di talento Jannicke Wiese-Hansen. Quando me ne parlò, all’inizio, è stato impossibile dirle di no, dato che è una persona fantastica! È stato un progetto unico, dedicato agli esordi del black metal norvegese, all’arte del tatuaggio nata dall’ispirazione al genere e alla cinematografia che lo ha rappresentato nel corso degli anni. Abbiamo riscontrato subito molto interesse sia da parte delle band che avevamo in mente di coinvolgere, sia da parte dei tatuatori. È stato un week-end eccezionale, ho notato un consenso collettivo: Blekkmetal non verrà ripetuto, anche se penso saranno in molti ad essere ispirati a creare un evento simile”.

 

Il tatuatore italiano Welt dello Yama Tattoo Studio di Roma (www.facebook.com/welt.yamatattoo) conclude:

Il Blekkmetal è stato tra gli eventi più originali e impeccabilmente ben gestiti a cui io abbia mai partecipato. L’ idea di connettere la musica con l’arte del tatuaggio è stata già varie volte messa in atto in diversi music festival, ma spesso in modo secondario o superficiale. In questo evento invece è stato curato con attenzione ogni aspetto delle connessioni tra tattoo art e metal, nel modo più professionale e genuino. Questo perché l’organizzatrice Jannicke è un’ottima tatuatrice e una metalhead da sempre, sinonimo di passione e stile di vita, oltre che di un professionismo collaudato da tempo, un mix che a mio parere rende vincenti le iniziative. Gli artisti internazionali erano tutti coerenti sia stilisticamente che attitudinalmente al mondo del black metal. La location del festival è incredibile, la stessa in cui si teneva il cult fest Hole In The Sky che per l’occasione è stata divisa in vari settori, il che ha reso possibile inserire anche una mostra d’arte con vari artisti sempre collegati al black metal norvegese. Direi un evento riuscito al 100%! Tattuaggi e metal riescono a mischiare maggiormente varie tipologie di fan sensibilizzando automaticamente la scena a nuove prospettive e stimoli artistici. Ci sono stati fan interessati che, vedendo dal vivo i miei lavori, ne sono rimasti attratti. Altri sono venuti direttamente per il mio stile esoterico/mitologico, conoscendomi già da prima e prendendo al balzo l’occasione del Blekkmetal per farsi tatuare. Lavoro da molti anni ormai, avendo tatuato anche molte band come Nocturnus Ad, Pestilence, Asphyx, Poison. La maggior parte dei miei guest spot li faccio tra Londra e Oslo, ma anche nel mio studio a Roma, lo Yama Tattoo, dove vengono molti clienti stranieri connessi in qualche modo al mondo della musica estrema e dell’arte. Grazie all’organizzazione perfetta, sono riuscito anche a vedere alcuni concerti: gli Enslaved sono stati incredibili, sembra che si siano divertiti molto anche loro nel realizzare questo set old-school. La reunion degli Old Funeral è stata surreale, e mi sono piaciuti molto anche I Gehenna e i Kampfar: a dire il vero ho visto quasi tutte le band e devo dire che hanno tutti suonato meravigliosamente!”:

 

In loving memory of Nick Alexander, RIP (Paris, Bataclan 13.11.15)

Fabiola Santini (testo e foto)

 

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