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ARCTIC MONKEYS

Il tempo di prendere una birra e alle 20.00 in punto salgono sul palco i dublinesi Inhaler, band dalla voce familiare. In effetti, La band ha come cantante Elijah Hewson, figlio d’arte, anzi d’artissima: suo padre è Bono Vox degli U2. Ricordiamo il loro nuovo album, “Cuts and Brushes” uscito verso la fine di febbraio. Suonano decisamente bene e il pubblico sembra conoscere i singoli che la band ha sfornato in questi anni.  

Dopo l’esibizione degli Inhaler inizia la trepidante attesa. Alle 21.15 gli Arctic Monkeys non sono ancora saliti sul palco. Rispetto agli inizi della band spiccano i numerosi organi e tastiere a testimonianza di un suono più ricco e “orchestrale” e di alcuni elementi aggiuntivi nella formazione live. Continua il via vai dei tecnici. Sembrano esserci alcuni problemi. Poi le luci si spengono, l’anello che fa da fondale si accende e strepitosa parte “Sculptures of Anything Goes” da “The Car”. A seguire la travolgente “Brianstorm”, seguita da “Snap Out of It” e da una emozionante “Crying Lightning”. Alex Turner sembra essere in splendida forma e da vero anfitrione accentra l’attenzione del pubblico. Saluta Linz anche se, né lui né la band si concedono molto al pubblico. Lo show continua senza calare mai di intensità e la sensazione di non aver fatto un viaggio così lungo a vuoto per vederli è del tutto premiata. Sono grandi sul palco, anche se l’acustica della Tipsarena a volte, soprattutto nei nuovi brani più ricchi di strumenti, tende a creare un po’ di confusione per chi ascolta. Il pubblico poi sembra non avere ancora assimilato le canzoni di “The car” e resta freddino quando la band le suona, mentre esplode letteralmente quando i Monkeys suonano, è la prima volta che lo fanno in concerto dal 2014 “Suck it and see”, o vere hit mondiali come “Why’d You Only Call Me When You’re High”, “Fluorescent Adolescent”, “Do I Wanna Know?” e una “505” arrangiata magicamente e che la Tipsarena canta in coro. Il set finisce “I Wanna Be Yours” e “Body Paint”.

La band torna sul palco per il bis con tre brani eseguiti in maniera esemplare. “There’d Better Be a Mirrorball” che da sola potrebbe valere il concerto per intensità (davvero super la strobosfera che cala dal centro dell’arena e che rifrange di luce gli angoli bui), poi lo storico cavallo di battaglia “I Bet You Look Good on the Dancefloor” e l’ineguagliabile “R U Mine?”. Poco dopo le 23.00, sorridenti e un po’ infreddoliti, riprendiamo l’auto e rientriamo in città, saliamo in albergo a festeggiamo come si conviene. Grazie Alex Turner e grazie Arctic Monkeys.

Non ci resta che aspettarli in Italia per le date di Milano e di Roma. Massimiliano Nuzzolo

Setlist:

Sculptures of Anything Goes

Brianstorm

Snap Out of It

Crying Lightning

Don’t Sit Down ‘Cause I’ve Moved Your Chair

Why’d You Only Call Me When You’re High?

Four Out of Five

Arabella

Pretty Visitors

From the Ritz to the Rubble

Suck It and See

Perfect Sense

Star Treatment

Fluorescent Adolescent

Do I Wanna Know?

505

I Wanna Be Yours

Body Paint

BIS:

There’d Better Be a Mirrorball

I Bet You Look Good on the Dancefloor

R U Mine? 

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