
Anche invecchiare è cool: ecco ilnuovo insegnamento di Peaches
Come abbiamo raccontato, l’undicesima edizione di Seeyousound a Torino si è aperta con l’anteprima del documentario sui Blur To the end. Un film che, oltre alla preparazione del concerto di Wembley, mostra la band con i segni del tempo che passa sui corpi e sui visi degli ex idoli britpop impegnati ad attraversare una nuova stagione della vita. Lapidarie, a tal proposito, le parole di Damon Albarn: «Ho 55 anni e il tempo non è infinito». Il tema del tempo che passa si ritrova forte e chiaro nel film sulla canadese Merrill Beth Nisker, in arte Peaches, della stessa generazione degli inglesi, che viene ritratta negli anni in cui attraversa una maturità nuova. Musicista e performer che ha costruito la sua arte sulla provocatoria esibizione fisica, si trova a fare a patti con l’avanzare dell’età, tra una maggiore
consapevolezza interiore ma anche un corpo che invecchia e si trasforma.
Icona queer, “essere sessuale”, autrice di inni alla libertà del corpo, agitatrice incendiaria che coinvolge sul palco il pubblico in show punk-electro fatti di costumi e scenografie che enfatizzano i connotati di genere, Peaches è protagonista di performance traboccanti di gioia e liberazione. Tra vagine, capezzoli, bambole gonfiabili, sex props, i suoi spettacoli traboccano di simboli dissacranti degli organi genitali, e i concerti diventano veri e propri riti collettivi in cui il pubblico viene coinvolto anche sul palco (a proposito, sorge spontanea la riflessione che non accade quasi mai di vederla in Italia).
Il film Peaches Goes Bananas è il risultato di un progetto che la regista francese Marie Losier – come ella stessa spiega nel breve messaggio video all’inizio del film – ha condotto nell’arco di 17 anni. Vediamo infatti Peaches in diverse stagioni della carriera, non solo sul palco, ma in particolare nel privato. L’invecchiamento dei genitori, la malattia degenerativa della sorella affetta da sclerosi multipla, il decesso di parte di loro, le riflessioni della stessa artista sull’evoluzione del proprio corpo in menopausa, sono bordate che colgono nel vivo qualunque spettatore o spettatrice che, nel proprio privato, si trova a fare a patti con il lento decadimento. La cantante non perde l’ironia e si apre nella sua nuova consapevolezza e accettazione: puoi avere un po’ di pancia e non essere più giovane come prima, ma “anche invecchiare è cool”. È questo il nuovo insegnamento che si aggiunge ai Teaches of Peaches dell’album del 2000 con le mutande fuxia in copertina?
Fuck the pain away, Vaginoplasty, Rock Show, ad accompagnare il documentario non mancano i suoi pezzi e soprattutto le riprese di alcune sue performance. Si vede anche parte della sua reinterpretazione dell’Orfeo, opera di Monteverdi del Settecento, cui l’artista rappresenta i protagonisti Orfeo ed Euridice a sessi invertiti. Il film è realizzato con cinepresa 16 mm, quasi sempre in movimento, raramente statico, molto snello nella durata di un’ora e un quarto. Sarà riproposto a Seeyousound martedì 25 febbraio alle 18.
Il festival internazionale di cinema a tema musicale continua a sviluppare il programma della sua undicesima edizione, confermandosi come attrazione sfiziosa per chi è abituato a frequentare il Torino Film Festival, e allo stesso tempo porto sicuro per gli appassionati di musica che durante i mesi di letargo sentono la mancanza di grandi eventi dal vivo. Il ritrovo abituale è al Cinema Massimo, tra il tepore delle poltrone rosse e i dehors dei caffè del centro città. Guardare film e parlare di musica, tra compagnie vecchie e conoscenze nuove: piaceri, questi, senza età.
PAOLO ALBERA