AMON AMARTH
Londra | The Underworld | 22 Marzo
In occasione dell’uscita del loro decimo full-length Jomsviking la formazione svedese degli Amon Amarth ritorna a Londra con con concerto esclusivo all’Underworld dove dieci anni fa suonarono per la prima volta in assoluto nel Regno Unito. Questo importante anniversario coincide perfettamente con l’uscita della loro ultima fatica, prevista il venerdi di Pasqua. Lo squadrone capeggiato da Johan Hegg appare in ottima forma, pronto a condividere in versione live le leggende e i racconti del mondo vichingo dove i protagonisti sono veri eroi che si scontrano in battaglie senza fine, per difendere il proprio onore e dimostrare la loro forza divina. L’Underworld questa sera è zeppo sin dalle prime ore del pomeriggio: centinaia di fans accorsi da ogni angolo della capitale e dai dintorni, si sono messi in fila per cercare di accaparrarsi il famoso corno simbolo della band, usato dal frontman come vuole la tradizione vichinga, per la tradizionale bevuta sul palco. Il corno reso ancora più speciale in questa occasione dagli autografi dei membri della band, viene consegnato ai primi duecento fans in fila, felici per questo trofeo così significativo.
L’atmosfera è sfavillante e ricca di colore. Non essendoci gruppi di supporto, la serata è interamente dedicata a loro e ci si sente protagonisti di una vera battaglia vichinga. Con l’arrivo sul palco del frontman gigante, il pubblico esplode in puro entusiasmo collettivo alle note bellicose di The Pursuit Of Vikings, un vero inno alla gloria. Il growling di Hegg diventa ancora più possente e minaccioso in First Kill, traccia di apertura di Jomsviking suonata live per la prima volta in assoluto questa sera insieme alla tempestosa At Dawn’s First Light. Il pubblico risponde bene in un unisono di cori e tradizionale head-banging: tra le cavalcate irruenti di una versione particolarmente battagliera di Deceiver Of The Gods e Death In Fire alcuni membri della sicurezza devono intervenire per allontanare i fans dal palco, colti da un entusiasmo incontrollabile.
L’atmosfera rimane surriscaldata per tutta la durata del set: i due chitarristi Johan Söderberg e Olavi Mikkonen si scatenano in turbini di riff infuocati, mentre il basso abrasivo e possente di Ted Lundström dconferisce al sound bellicose un certo spessore, rendendolo a tratti cupo e denso, particolarmente in Father Of The Wolf e War Of The Gods.
Due gli encore previsti per questo set entusiasmante dall’inizio alla fine: un altro debutto live, Raise Your Horns con i duecento fortunati che si uniscono al frontman alzando il corno ricevuto a inizio serata e Guardians of Asgaard. E per finire, non poteva mancare il cavallo di battaglia degli Amon Amarth, Twilight Of The Thunder God. Una serata memorabile.
Fabiola Santini (testo e foto)