Alter Bridge – Black Stone Cherry – Theory of a Deadman
29 novembre
Spetta ai canadesi della British Colombia Theory Of A Deadman l’onore di aprire il sold-out di questa sera: per la gioia di chi non si é potuto addentrare nella capitale britannica, la serata verrà immortalata su DVD. Passato il temporale, torna a splendere il sole: questa é la sensazione che Tyler Connolly & Co. emanano nella mezz’ora di set tutto dedicato al rock chiaro e limpido, proprio come l’aria che questi quattro bravi musicisti respirano in patria. Ottima versione di Bitch Came Back dal loro ultimo album The Thruth Is…, una collezione di ritmi groove e ballate classicheggianti. Dal Canada si salta alle stelle e striscie del Kentucky: gli attesissimi Black Stone Cherry ritornano in UK dopo la mitica performance a Download la scorsa estate. E il rock di apertura si sporca di blues, grazie alla voce calda e penetrante di un Chris Robertson in super forma e alle note sparate dalla chitarra di uno scatenatissimo Ben Wells che non smette di correre (nella foto, a Download), creando la senzazione di essere all’aperto sotto il sole, in una prateria lontana. L’accattivante Blame It On the Boom Boom é già collaudata bene a detta del pubblico che non smette di cantarla insieme alla band. Il loro classico Lonely Train se li porta via: davvero bravi. Sette anni e tre album hanno forse dato ai titani del grunge moderno Alter Bridge troppa sicurezza. Il set però non spicca il volo come per i predessori e si trascina un po’ troppo. Sembra non riescano a riempire il palco anche se le note di One Day Remains e Blackbird riscaldano le pareti. Quando si cerca di portare in vita le vecchie glorie (vedi Creed) si corre il rischio di affievolirsi nella nostalgia e si puo perdere la carica. La voce personalissima di Myles Kennedy (one of the best voices in rock doing what he does best) resta comunque il fulcro della loro performance come headliner.
Testo e foto Fabiola Santini