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ALGIERS: Ascolta la cover del brano degli OutKast

Gli Algiers reinterpretano ‘Liberation’ degli Outkast con un video live girato nel Conklin Metal Building di Atlanta.

ALGIERS There Is No Year Matador

Attesissimo, ecco il terzo disco degli Algiers. Di loro si è detto tutto: della voce e del carisma incredibile di Fisher, della capacità di testimoniare, attraverso la musica, la sofferenza estrema di chi rischia di perdere anche i ricordi, della irresistibile capacità nel combinare punk, gospel, rock, elettronica industriale e chitarre taglienti. Il tempo sembra cesellare le cose buone fatte dalla band assecondando l’esplorazione tre le insenature velenose di certo capitalismo galoppante. Non c’è, nemmeno qui, nessuno sconto. Dispossession mostra le rovine di Algeri e i giardini costruiti a Parigi per celebrare l’Impero. La voce è ferma, calda; intorno un pianoforte e percussioni liquide, la chitarra si sente appena sotto i cori. Hour Of The Furnaces è un R&B densissimo, con l’elettronica che è puro disturbo atmosferico e l’elettrica che spinge con ferocia la progressione di accordi. L’accorata Losing Is Ours è quasi soul, tra i riverberi del pianoforte, percussioni appena accennate e i cori a portare un po’ di calore; Wait For The Sound si aggrappa alla voce di Fisher lasciando spazio a poco altro, un semplice tappeto armonico. Non servono complesse costruzioni armoniche, quando si possiede una voce del genere. La tensione resta altissima, appena stemperata da un synth e da un battito di mani. In definitiva, un album intenso, complesso, QUASI IRRINUNCIABILE. Paolo Dordi

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