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7 PSICOPATICI

di Martin McDonagh –  USA 2012

Nelle sale dal 15 novembre

Mi sono presentato in sala per la visione di “7 Psicopatici” con non poche attese e speranze, per via di un cast a dir poco roboante (Christopher Walken, Colin Farrell, Sam Rockwell, Woody Harrelson, Tom Waits….!) e di un regista che già ci regalò una perla come “In Bruges” quasi al debutto cinematografico dopo brillanti realizzazioni teatrali.

Invece esco dal cinema non pienamente soddisfatto, ma andiamo in dettaglio: scoppiettante la sceneggiatura che si snoda intorno a due “psicopatici”, Billy (Rockwell) attore disoccupato e Hans (Walken) ex religioso, che per sbarcare il lunario sequestrano cani da passeggio ai loro padroni al parco, li tengono per qualche giorno e poi li riportano per riscuotere la ricompensa, spesso lauta;  la loro vita è fatta anche di rapporti burrascosi con un amico sceneggiatore in crisi (Farrell) nello sviluppare una sceneggiatura proprio dal titolo 7 Psicopatici”. Ma uno dei cani rapiti purtroppo è di proprietà di uno spietato gangster (Harrelson) senza scrupoli, disposto a tutto pur di riottenere il possesso del suo animale di compagnia (uno Shih Tzu per la precisione, come recita il sottotitolo del film). Battute indimenticabili recitate da attori superlativi capaci di rendere intensi anche i passaggi più banali e più assurdi, ma forse proprio nell’assurdità della storia sta il punto debole del lungometraggio, comunque piacevole e irrobustito da ulteriori fantastiche presenze seppur fugaci: Michael Pitt (“The Dreamers”, “Funny Games” e il recente serial TV “Boardwalk Empire”),  la fantastica interprete di “Precious”, Gabourey Sibide, e l’indimenticabile Harry Dean Stanton (“Paris Texas” e recentemente rispolverato da Sorrentino in “This Must be The Place”).

Premiato dal pubblico al significativo festival di Toronto, “7 Psicopatici” gode di una colonna sonora a dir poco meravigliosa sulle note di Hank Williams, Joe Strummer, Josh T. Pearson e molti altri. Si consiglia la visione della pellicola in lingua originale (possibilmente con sottotitoli) altrimenti si rischia di non godere dei momenti buoni del film.

Fabio Vergani

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