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WILLIAM BASINSKI

Non capita spesso di assistere ad una musa che compie la sua magia: un elogio. Funebre. Così, lo stesso William, definisce la sua esibizione. Per tutte le anime amiche e gli spiriti trapassati. David Bowie, sarebbe stato fiero di essere celebrato con pailettes nere e scarpe lucide, sempre nere. E uno sgargiante paio di occhiali a specchio, in una sala, fumosa e troppo piccola, per tutti tutte le persone raccolte questa notte dentro il De Helling di Utrecht. La musa chiede di inchinarsi, di sedersi a terra, di stare comodi, perchè le sue sono melodie che non si ascoltano in piedi fermi come stalattiti di ghiaccio: la sua musica scorre fluida per cinquanta minuti, in una platea estatica e ispirata. Vigile in un sogno lucido. Seguaci di una meditazione fatta di silenzi, preghiere, echi e sospiri. Questa è la poesia di Basinski, saper scrivere senza inchiostro nella notte. Un incanto.

10 novembre | De Helling | Utrecht | LeGuessWho?

Roberto Mandolini

ph Laura Fabbri

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