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THE ROLLING STONES

Il film del concerto tenuto all’Avana (Cuba) il 25 marzo 2016

È difficile per chiunque di noi capire appieno cosa abbia rappresentato per i cubani il concerto che i Rolling Stones hanno tenuto all’Avana il 25 marzo 2016.

Quel concerto, con la regia di Paul Dugdale, è diventato un film proiettato nella sale cinematografiche di tutto il mondo solo il 23 settembre scorso.

La musica rock è sempre stata avversata dal regime di Castro, proibita negli anni ’60 e ’70, e anche in seguito mal tollerata, soprattutto se di provenienza straniera. Per contro, si promuovevano i musicisti cubani, ovviamente più controllabili. Ma pensare che il rock straniero non sia stato presente nella vita dei cubani sarebbe un’ingenuità. Come dice Mick Jagger all’inizio del film, “se proibisci qualcosa la rendi desiderabile” e, soprattutto nell’era della comunicazione digitale, è certo che ogni genere di musica straniera sia arrivata a Cuba in qualche modo. Prova ne è che il pubblico dell’Avana canta a memoria le canzoni degli Stones durante il concerto, come in qualsiasi altra parte del mondo e la gioia, la commozione e la consapevolezza dell’importanza dell’evento traspare dai volti, inquadrati spesso dal regista nel film. Per il resto urlano, ballano, fanno foto e filmati con i cellulari, proprio come in qualsiasi altra parte del mondo. Ma sono tutti consapevoli del significato dell’evento che ha seguito di pochi giorni l’altro evento storico, la visita di Obama a Cuba (causa peraltro dello slittamento della data del concerto), primo presidente statunitense dopo 88 anni, che tra l’altro ha citato anche i Rolling Stones nel suo discorso. Scherza Keith Richards nel film “Obama ci ha fatto da spalla”. E scherzano tutti e quattro durante le interviste nel film e anche sul palco. Mick Jagger presenta a un certo punto ‘il rivoluzionario Ronnie Wood’, Charlie ‘Che’ Watts e il ‘compagno’ Keith Richards. Ma è anche molto serio quando saluta il pubblico dicendo, in spagnolo, che a Cuba qualcosa sta cambiando.

Che sia vero o meno, resta il fatto che per la prima volta un grande e influente gruppo europeo, da sempre associato agli aspetti più provocatori e ribelli del rock, ha suonato all’Avana, in un concerto gratuito aperto a tutti e che resterà nella storia, e che i Rolling Stones, dal canto loro, hanno suonato per la prima volta nell’isola, aggiungendo un nuovo tassello alla storia del rock di cui sono già protagonisti indiscussi. Non è stato facile, confessa Mick Jagger, e fino all’ultimo non era sicuro che il concerto si facesse davvero, ci si è messo pure il Vaticano a opporsi a un concerto nel Venerdì santo, ma alla fine un milione e duecentomila persone hanno potuto assistere alla loro performance. Un pubblico immenso, a perdita d’occhio, che ha colpito i quattro musicisti nonostante siano abituati alle grandi platee. Risulta difficile immaginare che una band come gli Stones possa ancora stupirsi e avere nuovi obiettivi da raggiungere, eppure questo lo era, e sembrano quasi aver voluto chiudere il cerchio della loro carriera dando al concerto il nome di un brano di Chuck Berry, Havana Moon, e cogliendo così l’occasione per omaggiare un musicista che rappresenta i loro inizi e la loro ispirazione.

‘Il pubblico è ciò che ci fa andare avanti, finché ci sarà un pubblico come questo continueremo a suonare’ dicono, e lo stimolo di questo grande obiettivo raggiunto sembra trasmettere loro una carica adrenalinica enorme. Suonano incredibilmente bene i quattro Stones. È lo stesso Keith a riconoscere che adesso suonano meglio che mai. Mick ha una voce limpida e piena, grintosa come il suo dimenarsi sul palco con l’energia di un ventenne e le movenze di sempre. Keith con il suo sorriso sornione e ammiccante, Charlie con la sua impassibile postura così British, Ronnie sembra il più coccolato dagli altri (forse perché, a 69 anni sta per diventare di nuovo papà), ma tutti si divertono sul quel palco imponente sul quale, dietro ai musicisti, scorre una serie di belle immagini (le più suggestive quando parte Sympathy For The Devil). La scaletta è una carrellata dei brani più classici e famosi: si comincia con Jumpin’ Jack Flash e si conclude, nell’encore, con una lunga versione di Satisfaction cantata insieme al pubblico. Affascinante la versione di You Can’t Always Get You Want accompagnata dal coro cubano Entrevoces e con Matt Clifford (anche tastierista) al corno francese.

Un documentario da possedere quando, com’è probabile e auspicabile sarà reso disponibile su dvd o su un altro formato domestico.

Rossana Morriello

THE ROLLING STONES Havana Moon di Paul Dugdale

SCALETTA

Jumpin’ Jack Flash

It’s Only Rock ‘N’ Roll (But I Like It)

Tumbling Dice

Out Of Control

All Down The Line

Angie

Paint It Black

Honky Tonk Women

Midnight Rambler

Miss You

Gimme Shelter

Start Me Up

Sympathy For The Devil

Brown Sugar

ENCORE

You Can’t Always Get You Want

(I Can’t Get No) Satisfaction

 

Trailer italiano

https://www.youtube.com/watch?v=tIwFvV2fE_o

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