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The Notwist

Quando a novembre piove, sembra che l’acqua cada anche dentro di te. C’è un rimedio per non esondare, in una piovosa sera di un lunedì di novembre: un concerto, spesso la medicina più efficace. Ricordo l’euforia dell’annuncio, qualche mese fa: i Notwist al Circolo della Musica di Rivoli.

Lo show è inusuale almeno quanto il posto che lo ospita, ex mattatoio, ex fabbrica del ghiaccio, sorprendentemente con un’acustica ottima. La band tedesca, passata da Torino un paio di anni fa per portare in tour il suo gioiello Neon Golden, questa sera propone alcuni brani del repertorio di The Messier Objects, raccolta di rarità composte per colonne sonore per il cinema, la radio e la televisione. L’album deve il curioso titolo al primo catalogo astronomico degli oggetti celesti, e dopo questa scoperta il nome mi sembra azzeccatissimo.

Quello che ci aspetta è un percorso di suoni accompagnati dalle immagini proiettate alle spalle dei nostri sei sul palco. Forse non il loro lavoro migliore, più probabilmente un chicca ostica anche per i fan della prima ora, gli “oggetti” (così sono intitolati i brani) di questo strano raccoglitore assumono nella versione live un colore del tutto diverso, come spesso accade per molti dischi prevalentemente strumentali. Dotati di una massiccia strumentazione digitale, l’amico che è con me si stupisce di quanto in realtà siano “poco elettronici”, ci troviamo infatti davanti ad una band che usa l’apparecchiatura elettronica come base su cui costruisce trame sonore che spaziano e che si diversificano in momenti di varia intensità, dalla calma, al ritmo sfrenato (accompagnato da visual e luci lettaralmente ipnotici), addirittura con accenni di salsa e tropicalismo. Compaiono xilofoni, piatti, una tromba, in un flusso costante di musica interrotto solo da qualche pacato “grazie”. La pacatezza e la gentilezza è il loro tratto distintivo: la presenza dimessa, le posture incerte, i sorrisi profusi senza risparmiarsi, l’incredula benevolenza di sei persone che ti stanno facendo un grosso regalo, con la gratitudine di chi lo sta ricevendo a sua volta. Il pubblico è coinvolto nonostante non ci sia nulla da cantare, nonostante pochissimi, forse nessuno, sapesse riconoscere i brani del disco. La sensazione, palpabile, è che si stiano divertendo tutti, loro sul palco che comunicano con sguardi d’intesa, tutto il pubblico sotto che non sa bene cosa aspettarsi, ma sa che sarà una bella sorpresa.

Questa situazione va avanti finchè Markus Acher non ringrazia e ci comunica che ora eseguiranno “other few songs”, a dirla tutta quello che la maggior parte del pubblico stava aspettando. È strano constatare che il bis sia il pezzo forte dell’intero concerto, ma i pezzi di Neon Golden che ci suonano (Pilot, Pick Up The Phone, One With The Freaks e ovviamente, la chiusura con Consequence) sono i più sentiti dalla platea che ha fatto registrare il sold out dell’evento. Mentre mi concedo qualche breve video, cosa che faccio raramente, l’amico di cui sopra mi fa notare quanto il timbro di Acher, sempre così imperfetto, flebile, eppure efficacissimo, sia simile a quello di Neil Tennant dei Pet Shop Boys. E intanto sul palco è ora del consueto inchino, di qualche altro sorriso e degli arrivederci, speriamo presto.

Monica Bogliolo

Foto: Loris Brunello

The Messier Objects Special Performance
Rivoli, Circolo della Musica
18 novembre 2019

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