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SWEET APPLE

The Golden Age Of Glitter | Tee Pee

sweet-apple-TGAOGC’è chi lo chiama supergruppo e chi (guarda un po’, gli stessi interessati) lo definisce semplicemente uno “scherzo”. Certo è che una band come Sweet Apple non può proprio passare inosservata: vuoi per le identità dei suoi componenti (e degli ospiti occasionali), vuoi per il rock che propone.

Ebbene, dei primi basterà ricordare che comprendono uno come J Mascis, deus ex machina dei Dinosaur Jr e figura di spicco della scena indie americana degli ultimi vent’anni, John Petkovic e Tim Parnin dei Cobra Verde e, almeno nella presente circostanza, due altre “teste d’uovo” del rock a stelle e strisce come Mark Lanegan e Robert Pollard; mentre della loro musica che ha l’appeal franco, diretto e irresistibile del miglior power pop vintage.

The Golden Age Of Glitter è il secondo album sfornato dalla ditta, dieci canzoni fatte di melodie chitarrose, armonie vocali precise ed efficaci com’era di rigore nei ‘70 e una scioltezza di maniere che tradisce il puro piacere che ogni artigiano (anche nel rock) ricava dal proprio lavoro.

Si potrà anche e ragionevolmente obiettare che di altro non si tratta se non dell’ennesimo ritorno al passato, ma certi suoni, attitudini e gesti non c’è proprio verso che vengano a noia: mettete su un palco un gruppo come questi Sweet Apple e vi sarete assicurati un concerto con i controfiocchi.

Applausi (farlocchi) a parte, quel che garantisce anche un disco  solido, concreto e ben suonato come questo.

Elio Bussolino                                                                                     

 

 

 

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