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SUEDE

Alla velocità della vita

Gli Suede cominciano a muovere i primi timidissimi passi nella Londra ancora oscuramente thatcheriana di fine anni Ottanta per iniziativa dell’allora studente universitario Brett Anderson e del bassista Mat Osman. Ad essi si aggiungono in rapida successione il polistrumentista Bernard Butler e Justine Frischmann, in quegli anni compagna di Brett e poi futura fondatrice delle Elastica. Nell’estate del 1990 il batterista Simon Gilbert costituisce l’ultimo tassello dei Suave and Elegant, che ben presto mutano ragione sociale nel più eloquente Suede. La relazione tra Anderson e la Frischman si interrompe non senza qualche schermaglia ma gli Suede, rimasti in quattro, decidono comunque di proseguire. I concerti si susseguono a ritmo sempre più febbrile e, malgrado un’iniziale indifferenza da parte degli A&R londinesi (tutti presi dalle sirene americane del montante grunge), arriva anche l’interesse della stampa. Come noto, il Melody Maker sbatte sulla propria copertina la band prima ancora che essa abbia pubblicato una sola nota, cucinando lo scoop con un titolo destinato a far storia: “The Best New Band in Britain”. Arrivano dunque i primi singoli e poi l’album omonimo, registrato ai Master Rock Studios di Kilburn sotto la guida di Ed Buller e dato alle stampe nel marzo del 1993, disco d’oro in Inghilterra (numero uno in classica, con ben centomila copie smerciate nella prima settimana d’uscita) e meritatissimo Mercury Prize… su Rockerilla 425 Gennaio ’16 l’articolo di Francesco Giordani e la recensione del loro nuovo album Night Thoughts.




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