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PAOLO BENVEGNÙ | Intervista

Il poeta della melanconica gioia

 

Se in musica è sempre più difficile poter scrivere e sorprendere con qualcosa di totalmente nuovo, c’è comunque chi si distingue dalla massa per una personalità espressiva di un certo rilievo, qualità importante e rara che in pochi possono vantare. Il cantautorato italiano sforna da anni una serie di cloni dei maestri ‘70 con scarsi risultati di vendite e di reale interesse. Poi ci sono le giovani leve, alcune delle quali hanno dimostrato di condensare insegnamenti presi dal passato aggiornandoli con una propria sensibilità del tutto apprezzabile (Le Luci della Centrale Elettrica, Dente, Brunori Sas, Diodato, Colapesce). E poi c’è Paolo Benvegnù, un corpo a sé stante nel mondo dell’indipendenza italiana per capacità di scrittura, fantasia, originalità così particolare che da sempre è difficile associarla a qualche maestro o collega. La sua musica è un mix di new wave, rock viscerale, poesia che non ha eguali e ogni sua produzione viene attesa e poi celebrata da uno stuolo di fan adoranti e rispettosi del loro beniamino ricambiandolo con tanta passione e amore, quei sentimenti che Benvegnù regala costantemente con i suoi dischi e concerti…su Rockerilla 410 Ottobre l’intervista di Gianluca Polverari.

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