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Nuovo singolo per GIL SCOTT-HERON

Ritorno al futuro

Ci vuole una buona dose di audacia per mettere mano al manufatto di un artista tanto cruciale nella cultura afroamericana quale è stato Gil Scott-Heron, ma è anche vero che nemmeno si guadagna il genere di reputazione che il produttore e musicista di Chicago Makaya McCraven può vantare oggi senza osare operazioni azzardate come  è stata quella che lo ha spinto a “reimmaginare” il programma di I’m New Here, il capitolo finale della discografia del “padre del rap” scomparso nel maggio del 2011.

Tanto più che alla luce di quanto si può ascoltare lungo le diciotto tracce di We’re New Again, quella di McCraven non è né una millanteria, né tanto meno un ordinario tributo a Scott-Heron, quanto piuttosto un’ampia rielaborazione del disco pubblicato nel 2010 per la stessa etichetta – la XL Recordings di Richard Russell – che ne ha sposato e sostenuto l’ambizioso progetto.

Non si tratta a onor del vero della prima volta che quel disco viene fatto oggetto di attenzioni e “manipolazioni” postume, dal momento che già ad un anno esatto dalla sua pubblicazione originale il dj londinese Jamie XX, di concerto con lo stesso Scott-Heron, ne aveva remixato le tracce nella raccolta We’re New Here, ma stavolta si è andati ben oltre l’idea del restyling.

McCraven in effetti lo ha registrato daccapo nel suo studio domestico di Chicago, assemblando parti improvvisate apposta per la circostanza dal folto gruppo di collaboratori del quale s’è circondato, campionamenti delle registrazioni originali, effetti elettronici inediti e sampler vocali di Scott-Heron.

Quel che ne è scaturito è un vero e proprio approfondimento delle intuizioni e anticipazioni che l’autore aveva avanzato dieci anni fa, un ulteriore balzo in avanti per un suono ed uno stile che fin dall’inizio degli anni Settanta, ovvero dalla salita alla ribalta del musicista, poeta e militante nel movimento per i diritti civili dei neri americani, s’è sempre e nettamente distinto per la sua capacità di precorrere e prefigurare gli anni a venire. Elio Bussolino 

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