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NOEL GALLAGHER

High Flying Birds

Sour Mash/Warner Bros

“Se potessi scrivere un altro Definitely Maybe – accidenti al diavolo – lo farei. Ma tutte queste cose sono momenti fugaci. Li afferri e sono già andati”. Parola di Noel Gallagher (dalla breve nota per il CD compilation da lui curato qualche mese fa per il mensile Mojo). Catturare lo zeitgeist – qualcosa che rappresenti perfettamente il momento presente – sfugge a qualsiasi regola, anche se un personaggio come Noel Gallagher non può e non intende certo arrendersi di fronte all’evidenza. Soprattutto adesso, dopo le polemiche che hanno segnato la fine degli Oasis e la rottura insanabile tra lui e Liam. L’attesa per un confronto a distanza tra Noel e i Beady Eye era palpabile e ora, a qualche giorno dall’uscita di High Flying Birds, possiamo prendere atto che Noel ha dato l’ennesima lezione al recalcitrante fratello. E questo non tanto e non solo per i risultati da classifica – un sonoro primo posto nelle classifiche britanniche – ma anche per l’aria di libertà creativa che si respira fra le tracce di questo bel disco. Tenendo sempre bene a mente che il fenomeno Definitely Maybe è – e resterà – irripetibile, non si può fare a meno di ritrovare qui il “mestiere” di autore di Noel, unito però a una sorta di sollievo nello scrivere, suonare e registrare che con gli Oasis si era smarrito quasi del tutto. Alla fine del duello ci ritroviamo con una band di buon livello come Beady Eye e con un cantautore che ha ancora molto da dire, e questo, francamente, non ci sembra un fatto trascurabile.

 Giancarlo Susanna

 

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