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MARILYN MANSON 

Con il rock di Marilyn Manson i libri di storia dovranno – per forza di cose – averci a che fare quando saranno chiamati a raccontare la scena musicale degli Anni Novanta e non solo. Perché al netto degli eccessi, l’ex pupillo di Trent Reznor dei Nine Inch Nails il rock della sua epoca lo ha maneggiato meglio di tanti altri suoi coetanei e colleghi. Prima però di finire definitivamente nei libri di storia alla voce “ex rockstar”, Manson prova a dare una spolverata di tanto in tanto al suo Ego e alla sua musica, facendo quello che meglio gli riesce, ovvero buttarsi su un palco. Il suo ritorno in Italia ha già una data: il 17 giugno all’Alcatraz di Milano.

L’annuncio è arrivato mesi fa in concomitanza con l’uscita del nuovo album “The Pale Emperor” (Cooking Vinyl), un album vero, sfornato senza il fidato Twiggy Ramirez, rimpiazzato per l’occasione da Tyler Bates, apprezzato realizzatore di colonne sonore. Una scelta azzeccata, perché ha allontanato Marilyn Manson da certe sonorità ruvide (e talvolta inutili) riportandolo verso il rock e spingendolo ad abbracciare il blues. “The Pale Emperor” sa indubbiamente intrattenere e propone un Marilyn Manson abbastanza ispirato. Ovvio, non regge il confronto con certi lavori del passato, ma per essere il disco di una rockstar con la pancia piena, non è da disprezzare.

Sarà curioso vedere la resa live del Reverendo a Milano, piazza che solitamente ha sempre dimostrato affetto per Manson e che in cambio ha sempre ricevuto concerti di buonissimo livello – nel 2012 il tour del Reverendo fu criticato parecchio per via dello scarso impegno dei protagonisti sul palco, ma la data milanese mise in mostra un Manson in grande spolvero e tutt’altro che “cotto”. Insomma, guai a sottovalutarlo. Soprattutto quando mette piede in Italia.

Francesco Casuscelli

MM

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