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MAC DEMARCO

Torino, Todays, sPAZIO 211 | 25 agosto

Ciliegina sulla torta della prima sessione di concerti Todays sul grande palco all’aperto di sPAZIO211 è l’esibizione del giovane musicista canadese Mac DeMarco, l’irresistibile monello di strada figlio della “generazione selfie con il cuore all’indie rock degli anni ’90” (a dire di Rolling Stone) che già da alcuni anni è salito agli onori delle cronache musicali che contano. Languido, istrionico, beffardo, esuberante, birichino, spavaldo, unico e schietto, l’ineffabile Mac torna in Italia sulla scia del successo di This Old Dog, l’album che vide la luce nei primi giorni dello scorso maggio riconfermandone le insolite qualità autoriali. Torna on the road per inforcare una tappa decisamente sfiziosa nella nostra città, consentendoci di tastar con mano le qualità tanto incensate dai media rock di turno. Prende il possesso del palco (non senza qualche piccolo ritardo tecnico), accogliendo il folto pubblico e i gridolini isterici delle giovani fans in delirio con un sorriso sornione e compiaciuto: già simpatico a pelle. Si parte sulle note di On the Level, fragranze d’antan stile B-movie soundtrack anni ’70, rese in maniera filologica e fedele rispetto alla versione in studio di This Old Dog, con la sua bella voce serafica che corteggia melodie prive di gravità e i timbri stralunati delle tastiere analogiche che evaporano come nuvole nell’azzurro del cielo fra le avvolgenti linee jazzy di corde e pelli. Si procede sulle coordinate della pop ballad sbarazzina e leggiadra, a rievocare gli anni verdi di un’epoca non meglio identificata, cantati con la sottile ironia che ne contraddistingue l’adorabile favella ricordando perfino il Bolan dei primissimi tirannosauri elettroacustici. E poi attingendo dal repertorio noto, DeMarco e compagni deliziano i nostri apparati uditivi a suon di unguenti dream-pop e scorie soft-rock ereditate chissà dove in qualche bar di periferia. Oltre a This Old Dog, gli album di riferimento sono soprattutto 2 e Salad Days, a creare un’alternanza di situazioni audio-visive fra lo scanzonato e il respiro old-style della melodia soul. Per il resto la scaletta si assesta su ondose atmosfere lounge jazz e dolci fluttuazioni aeree di armonie genuinamente sensuali, talora inoculate di sinuose scansioni funk (giusto interrotte sulle battute finali della contagiosissima Still Together da un improbabile, rocambolesco assolo chitarristico presa-in-giro), che finiscono per metterti irrimediabilmente in mezzo. Impossibile Mac!

Aldo Chimenti

ph Loris Brunello

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