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Lewis Floyd Henry

What The World Is Waiting For: un titolo che oggi suona un po’ profetico quello del singolo degli Stone Roses sul quale il primogenito di una giovane coppia di giamaicani emigrati a Londra cominciò a cimentarsi su una chitarra da pochi soldi.

Lewis Floyd Henry, il ragazzino della nostra storia, potrebbe proprio impersonare quel che il mondo, almeno quello che gira intorno alle sette note, stava aspettando, il musicista-acrobata che ti fa arrivare tardi al lavoro o mancare ignominiosamente l’appuntamento più importante della giornata.

Perché non hai proprio potuto fare a meno di fermarti ad osservare quello one-man band che ha fatto di un marciapiede la pista del suo personale circo del rock’n’roll, il teatro sul quale far girare il suo incredibile carosello di suoni.

Uno spettacolo, il suo, del quale da qualche tempo circolano in rete alcune brevi sequenze filmate, un saggio illuminante di quel che lo scapigliato busker londinese ha appena raccolto in One Man & His 30w Pram, il suo primo album.

Alla vigilia dei suoi primi concerti in Italia abbiamo cercato di sapere qualcosa di più sul suo conto e quel che segue è ciò che Lewis Floyd Henry ci ha raccontato dei suoi trascorsi, della sua incondizionata passione per la musica, dei riot londinesi della scorsa estate e delle sue aspettative per l’imminente trasferta italiana.

Su Rockerilla di Dicembre trovi l’intervista di Elio Bussolino a Lewis Floyd Henry e la recensione dell’album One Man & His 30w Pram.           

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