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JOHN CARPENTER A TODAYS 2016 – IL REPORT

Torino | Ex Fabbrica INCET | 26 agosto 2016
La cornice architettonica è suggestiva, ricavata da un angolo di archeologia industriale nella periferia torinese. INCET, ovvero Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino, uno dei diversi spazi funzionali destinati ad ospitare, così come il Museo Ettore Fico, la Galleria d’Arte Gagliardi e Domkel, l’open air di sPAZIO211 e il Parco Verde Aurelio Peccei, la kermesse festivaliera di TOdays, posti a conferire nuovo slancio alle sorti di questa nevralgica quanto popolosa area urbana in un progetto di riqualificazione oculato, dove iniziative come questa possano assurgere quale impulso vitale e forza motrice di aggregazioni culturali ed espressioni artistiche dedite all’innovazione e allo spirito di ricerca. È qui che JOHN CARPENTER, maestro indiscusso del cinema horror (preceduto dalle travolgenti sperimentazioni granulari dell’immaginifico PAOLO SPACCAMONTI), che ha dato prova di sé nei panni di architetto dell’udito al servizio della settima Arte. Attraverso l’occhio implacabile della sua cinepresa, il regista americano ci ha fatto vedere l’abisso, metafore di un consesso umano alla deriva, di un’epoca all’ombra del crepuscolo giunta all’ultima stazione estrema di un viaggio sui binari del terrore e del brivido. Ci ha fatto trascorrere notti insonni e paure ‘edificanti’ alle immagini di thriller psicologici pazzeschi come Dark Star, Halloween – La notte delle streghe, Fog, 1997: Fuga da New York, La cosa, Christine – La macchina infernale, Grosso guaio a Chinatown, Il signore del male, Il seme della follia, Villaggio dei dannati… Così oggi, sulla scia delle sue recenti produzioni discografiche (Lost Themes I e II), il Nostro debutta sulle ribalte dell’arena live per ripercorrere, attraverso i temi conduttori delle sue soundtrack luciferine, le tappe di una saga cinematografica incomparabile. È da tale angolazione che andava vissuta e percepita la performance del Carpenter creatore di visioni ed allucinazioni in musica allo stato puro, in grado di suonare ogni genere di tastiera senza saper leggere e scrivere una sola nota, com’ebbe a dire. Accompagnato dalla sua eccellente rock band, il grande cineasta ha sfoderato numeri di tutto rispetto ritagliando in real time una serie di squarci dal repertorio noto e meno noto, integrati da proiezioni di scene estrapolate dalle sue indimenticabili pellicole. Inoltre ha dimostrato di essere un comunicatore nato quando, rivolgendosi simpaticamente verso gli astanti fra un brano e l’altro, non esitava ad arrotare simpatiche battute del tipo: «Andando a casa guidate con prudenza, Christine è lì fuori». Chi ha visto il film ben sapeva cosa intendesse dire.
Aldo Chimenti

ph Loris Brunello

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