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JACK REACHER – La prova decisiva

 

di Christopher McQuarrie

USA, 2012

 

Il film si apre con un killer che spara senza un senso apparente da un parcheggio. Con freddezza uccide un tot di persone ma – ahilui – qua e là lascia degli indizi troppo ghiotti per non essere colti dagli investigatori. Risultato: dopo 3 minuti dall’inizio della pellicola abbiamo per le mani una carneficina, un presunto killer arrestato e la polizia che tira il fiato. Cosa manca? Manca naturalmente Jack Reacher. Tom Cruise fa il suo ingresso in scena dopo diverse sequenze e la sua comparsa – piuttosto banale – mette in evidenza il primo di tanti buchi di cui soffre la sceneggiatura.

 

Diciamolo subito: Jack Reacher non è un gran film ma neppure un’americanata. E’ il classico prodotto cinematografico con delle ottime idee di fondo ma sviluppato male. Avrebbe meritato di più dal team degli autori, ed è un peccato dover riscontrare in esso così tante lacune dal punto di vista narrativo. Eppure, nonostante il lavoro al contrario, Jack Reacher merita una chance, perché c’è del buono. Intanto ci sono Robert Duvall e Werner Herzog: entrambi fanno piccole parti, ma le fanno in maniera splendida. Sono i coprotagonisti di un film (tratto dal romanzo La prova decisiva di Lee Child) che Christopher McQuarrie dirige con un certo tocco patinato ma concedendo troppo all’interpretazione di Tom Cruise, che per tutto il film caratterizza poco (e maluccio) il suo personaggio, in parte… aiutato dalla sceneggiatura, e in parte mettendoci del proprio, finendo per sembrare qualcosa a metà tra un super soldato e un impenitente anticonformista dalla battuta facile. Insomma, un eroe che non vuol essere eroe ma che fa di tutto per sembrarlo. O fa pochissimo per prenderne le distanze.

 

Nelle sue indagini alla ricerca della verità, è Rosamund Pike a fare da spalla a Tom Cruise: la prima invecchiata di una decina di anni, il secondo ringiovanito di almeno un paio di lustri per rendere credibile il loro costante flirt nel nome della giustizia. L’attrice britannica fa il suo senza strafare e nei panni dell’avvocato del presunto killer prova a dare credibilità al suo personaggio, riuscendoci.

Finale inverosimile ma ben orchestrato, con ogni possibile quesito risolto in maniera quasi didascalica.

Francesco Casuscelli

 

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