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INCINERATION FEST

Londra | The Dome – Boston Music Room

13-14 Maggio

Alla sua quarta edizione, il festival di metal estremo Incineration Fest ritorna per radere al suolo la capitale. L’evento dell’anno si tiene al Tufnell Park, nel cuore della zona nord di Londra, poco distante dalla nota Camden Town dove la maggior parte degli out-of-towners alloggia durante il festival. Il Dome (palco principale) e il Boston Music Room sono due locali molti noti per la miriade di concerti che si tengono durante l’anno: nel corso di Incineration Fest, le due venue sono collegate, il che permette ai fan di spostarsi con facilità da un concerto all’altro, concedendosi una sosta nella zona di ristoro all’aperto. La prima giornata parte in grande stile dal palco principale con il black metal bellicoso degli inglesi Sathamel che conquistano il numeroso pubblico con il loro blast-beat velocissimo. L’inizio è decisamente promettente e consente ai Black Skies Burn di catturare l’attenzione di una folla già consistente che si lascia andare senza remora ai ritmi accelerati del loro grindcore schiacciasassi. Il loro set culmina con la bombastica Censorshit che scatena il primo mosh-pit della giornata. Sul palco principale, il festival continua tra i meandri black dei Stahlsarg che in questa occasione non sembrano in gran forma, tanto che il loro set non convince come ci si aspettava. Ma ci pensano i The King Is Blind a riportare l’atmosfera alle stelle con il loro post-grind apocalittico, reso brutale all’eccesso dalla presenza sul palco del frontman Stephen John Tovey, che si fa notare ancora una volta per il suo growling cavernoso e possente. Un pubblico ormai surriscaldato accoglie a braccia aperte il black-death dai toni roventi e la velocità dei parigini Temple Of Baal con il loro set che culmina con la sequenza Piercing The Veil Of Slumber e Hosanna. Dopo una breve parentesi con il death rovinoso degli americani Skinned è arrivato il momento cruciale del festival con gli attesissimi Cult Of Fire. La formazione ceca trasforma il palco del Dome in un tempio maledetto con abbondanza di candele e luci soffuse. Il frontman Petr Kudlacek si presenta al pubblico in delirio come il sacerdote maledetto, pronto a dare inizio alla messa nera tra le fiamme. Il loro concerto rappresenta senza ombra di dubbio l’apice di questa prima giornata. Dopo i ritmi impossibili degli inglesi Akercocke arrivano i connazionali A Forest Of Stars. Le note eteree tipicamente prog del loro sound maestoso si fondono in ritmi tradizionalmente black, dando vita ad una sequenza stellare: Gatherer Of The Pure è un esempio del loro sound esclusivo che trasporta in un altra dimensione. Ma ci pensa il super-thrash dei leggendari Sodom a riportare il pubblico sul pianeta terra, con le loro tradizionali raffiche di ritmi fiammeggianti. Tra le scariche elettriche di In War And Pieces e le dinamiche belligeranti di Outbreak Of Evil e Blasphemer i tedeschi chiudono la prima giornata del festival da veri headliner. L’indomani si parte con un altro esempio eccellente di black metal anglosassone, quello dei Reign Of Erebus, con il frontman Cthonian si distingue per i suoi vocalizzi taglienti e penetranti, come vuole la tradizione black. Prelude To Genocide è una traccia che dal vivo rende ancora di più rispetto alla versione dell’album. Con gli Anakim si ritorna in meandri tipicamente death con un set che attira un pubblico numeroso nonostante siano solo le 14.20, a conferma che i nostri godono di un buon seguato nella capitale. Gli Infernal Sea sono la seconda band prevista sul palco principale ma non convincono e nonostante l’apparenza di forte impatto con tanto di maschere, il loro sound non convince. Dal palco sottostante invece, i maligni Nahemia smovono le acque con il loro black marcio e putrido confermando tutto il loro potenziale, con abbondanza di blast-beat velocissimi e riff da capogiro. La sequenza che segue con Ethereal e Dyscarnate prepara il terreno per gli headliner della seconda giornata, preceduti da due set divini. L’ora scarsa di gloria dei Gaahls Wyrd, il progetto seminuovo (2015) del mastermind Gaahl (Gorgoroth, God Seed, Wardruna) si rende memorabile grazie alla presenza di un ospite italiano d’eccezione, Animae dei Darkened, che si unisce al frontman nella maligna From The Running Of Blood sfoggiando tutte le sue doti sia a livello di vocalizzi che di presenza sul palco.

Il set seguente, quello dei Samael purtroppo non mantiene le stesse temperature. È quindi la volta dei norvegesi 1349 che ripristinano l’atmosfera con il loro black veemente e tra i blast-beat impossibili di Frost e i vocalizzi graffianti di Ravn, si confermano headliner per eccellenza con un set che ripercorre la loro discografia stellare che culmina con una versione memorabile di Cauldron.

Incineration 2017 non poteva concludersi meglio: al 2018!

http://incinerationfest.com/2017/

https://www.facebook.com/incinerationfestival/

Testo e foto Fabiola Santini

 

 

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