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Helios Creed

Chiamato a un respiro dal loro esordio da Damon Edge a infettare i suoni estremi dei Chrome, ultimo baluardo della psichedelia che un decennio prima aveva dipinto in technicolor la propria città, San Francisco, Helios Creed è un vero rivoluzionario: hippy precipitato come Alice dietro lo specchio del punk e della new wave, delineando quel sound chiamato “industrial” che genererà epigoni ovunque sul finire dei ’70 e l’inizio del decennio successivo.

Nel 1976 nasce Chrome e dal secondo album, Alien Soundtracks, Helios e la sua chitarra psichedelica, acida, perversa e velenosa contribuisce in modo determinante alla plastica dell’inconfondibile sound della seminale band californiana. La storia si racconta da sé: dalle epilettiche visioni di Half Machine Lip Moves ai devastanti tsunami di metallo rovente e acido di Read Only Memory, ove nessuno spazio è lasciato a melodie e armonie in senso tradizionale: pura rivoluzione. Orgasmo anfetaminico-elettronico. 

Helios torna dopo cinque anni di assenza dal mercato con Galactic Octopi uno dei suoi lavori migliori, dalle smaglianti cromature, ricco di citazioni alla sua storica band, ma proiettato in un futuro cupo sicuramente già iniziato. Una sintesi di una lunga chiacchierata con Mr. Creed qui a seguire.


Su Rockerilla di Dicembre trovi l’intervista di Massimo Marchini a Helios Creed.

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