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GARBAGE

Milano | Fabrique  | 08 giugno

Il primo impatto non è stato dei migliori. Effetto Fabrique? Locale “nuovo”, carino e ben architettato ma onestamente piccolino per i grandi palcoscenici. Eppure quasi tutti i big ormai passano da queste parti. Bene! E allora cosa non andava? Pareva di essere ad un circolo per artisti (ma qui forse sto “rimpicciolendo” un po’ troppo il locale) e sul palco si esibiva la cover-band dei Garbage. Tremendo.

La realtà ha poi dimostrato di saper capovolgere la presunta oscena panoramica che mi si è visualizzata nella mente, per lasciar spazio ad una più consona e realistica parata pop-rock (dance) anni ’90.

Se tralasciamo il vestitino da “il-diavolo-veste-prada” e i capelli raccolti all’insù modello casalinga disperata (per non dire di peggio), Shirley, visivamente e vocalmente, è stata impeccabile!

Dal primo all’ultimo brano la verve, la dinamicità (sul piccolo palco) e l’istinto rock sono state delle costanti per tutto il repertorio suonato. Dalle hit Stupid Girl, I Think I’m Paranoid, Push It, Only Happy When It Rains per passare ad alcuni brani “inediti”, contenuti nell’album appena uscito e via discorrendo (per non fare la solita “lista della spesa”).

Mi focalizzo sulla tenuta scenica in quanto l’esperienza Garbage si potrebbe sintetizzare in 3 parti.

N° 1 – Butch Vig assente (motivi di salute), Matt Walker presente (Smashing Pumpkins). Cosa hanno perso i Garbage dal vivo? Difficile interpretare un tour senza Vig (!) ma la sensazione è che l’estrema venatura pop-dance sia figlia di una revisione tecnica non indifferente (ma potrei sbagliarmi). Cosa c’è di male? Nulla, quasi ogni brano era un valido invito a scatenarsi!

N° 2 – Shirley protagonista. Parte col freno a mano tirato, si dimostra docile e fragile quando si porta-a-casa un fan-cartellone con dedica. Si agita, freme ad ogni sussulto del basso (elettronico e non), parla tanto e dialoga col pubblico fino ad incazzarsi per un nugolo di persone che forse stava pogando in maniera a dir poco “disordinata”. Lei è la ciliegina di ogni brano, con in più la panna montata e una spruzzata di cioccolato fondente. Lei è i Garbage.

N° 3 – Nuovo vs vecchio. Sometimes è così ipnotica da suonare come i Portishead ad un tavolo di ping-pong coi Depeche Mode. Empty rilascia scariche pop lisergiche che solo una brava Shirley sa incanalare con tutta l’energia da palcoscenico che possiede. Sound nuovo maggiormente cupo e introspettivo. Maturo. Sound vecchio estremamente “aggiustato” per apparire più danzereccio ma con ampio spazio a chitarra e basso (maestria pura che oggi suona sublime, ieri un po’ meno. ma i tempi cambiano e di “roba buona” in giro ve n’è poca).

Si chiude con Cherry Lips (Go Baby Go!) e il tunnel spazio-temporale ci ricorda che siamo nel 2016 e abbiamo qualche annetto sulle spalle.

Matteo S. Chamey

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