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DYING FETUS

CARNIFEX – TOXIC HOLOCAUST – GOATWHORE

Londra, O2 Academy Islingon, 13 Agosto

Una line-up bombastica e tutta a stelle e strisce quella di questa sera alla O2 Academy Islington. I grandi Dying Fetus continuano a fare razzie in Europa, confermando che con il passare delle decadi hanno acquistato sempre più potenza distruttiva, album dopo album, concerto dopo concerto. Ad accompagnarli nel loro ritorno trionfale nella capitale ci sono i connazionali Carnifex, Toxic Holocaust e Goatwhore, che insieme agli headliner, creano una sequenza esemplare e belligerante di death, deathcore thrash all’ennesima potenza. Spetta ai Goatwhore il compito di apripista, con il loro thrash tradizionalmente sparato a mille e ricco di groove, reso particolarmente accattivante dalla personalità magnetica del frontman Ben Falgoust, che balzando da una parte all’altra del palco dimostra una forte sintonia con il pubblico già numeroso. Seguono gli überthrasher Toxic Holocaust con il frontman e bassista Joel Grind, che appare subito in ottima forma e che non si risparmia, sprigionando energia e linfa vitale, nel condividere con i presenti, già visibilmente surriscaldati, le note inferocite di Wild Dogs e Acid Fuzz.

Con l’arrivo dei Carnifex, la sicurezza del locale è costretta a correre ai ripari chiamando rinforzi, per poter controllare le ondate di fan che si lanciano oltre la barriera. Con Scott Lewis & co, ci si ritrova decisamente in territori dal timbro piacevolmente deathcore. Tra le rovine di Slow Death e la furia distruttiva di Black Candles Burning, i Carnifex dimostrano ancora una volta la loro maestria di performer. Arrivato il turno dei Dying Fetus, sembra che la barriera di sicurezza sia in procinto di crollare alle prime note della maligna The Wrong One To Fuck With. Oltre alla veemenza del frontman John Gallagher è la batteria di Trey Williams il punto di forza del loro death, oltraggiosamente tecnico e distruttivo: nascosto tra le insidie della sua macchina infernale, come se sparasse da una trincea, non ha il minimo calo di tensione per tutta la durata del set. La scaletta si evolve tra le ire violente di From Womb To Waste e di Induce Terror per chiudere il set in bellezza con la storica Kill Your Mother, Rape Your Dog. Lo dice il titolo del loro ultimo album, visibile nei due maxi pannelli a lato del palco: The Wrong One To Fuck With, con loro non si scherza, mai.

Bravi e insostituibili.

Testo e foto Fabiola Santini

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