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CONAN | INDIAN | DEAD EXISTENCE | BAST

Londra | Electrowerkz |22 Marzo

 

L’annuncio del tour da headliner degli inglesi Conan è stato seguito da un immedaito sold-out della data londinese all’Electrowerkz.  C’era d’aspettarselo: la carrellata di band previste nella serata offriva un pacchetto che si è subito classificato tra i più prestigiosi della stagione live della capitale in materia doom, a cominciare dalla band di apertura, i Bast. I volumi atrocemente alti si scontrano con melodie eteree, colme di oscurità e spessore.  L’inizio promette bene: la torcia viene passata ai Dead Existence. Il primo impatto è fortissimo. Il fontman Jake Harding si lancia in vocalizzi intensi, esprimendo emozioni profonde conun’intensità davvero contagiosa ricca di architetture sludge inquinate da un inebriante stoner doom. Il drumming impreziosisce  il sound con  potenza e velocità particolarmente sostenute che modificano il percorso verso sentieri più tormentati. I Dead Existence meritano indubbiamente attenzione. Seguono gli americani Indian, attesi nella capitale da molto, troppo tempo, e si vede. L’ entusiasmo collettivo del pubblico, stipato all’eccesso contro il palco lo conferma. Il set viene purtroppo tagliato all’improvviso a causa dei ritardi causati dalle band di apertura.  L’effetto meteora della loro performance di questo live verrà sicuramente ricordato: il loro ultimo full-lenght, From All Purity uscito lo scorso gennaio è da annoverarsi tra le vere chicche per collezionisti  difficili da accontentare. Ed ecco gli headliner: i Conan si sono meritatamente imposti come band doom d’elite. Il loro set di chiusura si trasforma in un turbine trascinante e al contempo veemente, con le travolgenti Crown Of Talons e Total Conquest. I volumi sono volutamente e dovutamente sparati all’eccesso, forse un po’ troppo, cosa che spesso e volentieri distoglie l’attenzione dalle melodie stesse. Ma è tutto rigorosamente come il doom comanda: una colata lavica di decibel che sfondano la barriera del suono. L’atmosfera è intossicante, il pubblico si lascia andare fino alla fine. Una serata all’insegna  di unicità e prestigio, da ricordare; speriamo che si possa ripetere al più presto.

Fabiola Santini

Ph: Fabiola Santini

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