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Colony Open Air

Brescia | 22-23 Luglio 2017 | Palabrescia

Alla sua prima edizione, il Colony Open Air è da annoverare tra gli avvenimenti live italiani dedicati al metal estremo che verranno ricordati. Dopo alcuni cambiamenti di programma sia a livello di location che di line-up con i Nordjevel e i Morbid Angel sostituiti dagli Ulvedharr e dai leggendari Carcass, il Colony Open Air parte con una prima giornata sfavillante, dove primeggiano i grandi Kreator, Death Angel e Sacred Reich. Il posizionamento strategico del PalaBrescia consente sia ai metalheads italiani che a quelli stranieri arrivati tramite collegamenti aerei ai vicini aeroporti di Bergamo, Verona e Milano, di giungere a destinazione senza problemi, con tempo a disposizione per godersi un’ottima ristorazione allestita in un tendone a lato del palco. L’atmosfera è elettrizzante: dall’apertura dei cancelli, il pubblico appare pronto a immergersi nella carrellata dei concerti strepitosi che seguiranno, l’umore verrà mantenuto alle stelle fino alle ultime note dei set dei Carcass, a conferma che il Colony Open Air ha passato la prova a pieni voti.

Sono le 12.30 e tocca ai Kaiserreich il difficile compito di dare inizio alla seconda giornata. I bresciani propongono un black metal vecchio stampo ricco di influenze Gorgoroth, Darkthrone e Marduk suonato con precisione ed energia, anche se i suoni poco chiari sui primi pezzi ne penalizzano un poco la resa. Il pubblico purtroppo è ancora scarso e poco reattivo, ma dimostra comunque di apprezzare la performance dei nostri che non si scoraggiano e offrono un ottimo show ai presenti. Un rapido cambio palco e a salire sono i romani Deceptionist con il loro death tecnico che riesce a coinvolgere di più il pubblico, il quale inizia finalmente a muoversi. I bergamaschi Ulvedharr sono il terzo gruppo a occupare il palco del Colony Open Air con la loro proposta death old school che fa decisamente una forte presa su un pubblico in costante aumento. Purtroppo alcuni problemi tecnici alla chitarra del solista Giuseppe Ciurlia penalizzano un po’ l’ottima esibizione della band, che affronta comunque questa situazione con estrema professionalità, dimostrando che la giusta attitudine e la voglia di divertirsi sul palco possono far passare in secondo piano gli inconvenienti. Seguono gli Hideous Divinity, gruppo sempre più in vista del panorama death non solo italiano ma anche europeo, che scatenano una performance ottima e adrenalinica nella quale, senza nulla togliere agli altri componenti della band, spicca la prova dietro le pelli di un precisissimo ed instancabile Giulio Galati. Non necessitano certo di presentazioni gli Antropofagus, leggende del death italiano attive da ormai un ventennio. La band consegna una performance coinvolgente e senza sbavature, che conclude ottimamente questa prima parte della seconda giornata del Colony Open Air dedicata interamente a band italiane che hanno difeso il tricololore con onore. Le temperature sono in forte aumento con le esibizioni dei deathsters Beheaded da Malta e degli olandesi Carach Angren con il loro horror black dalle sonorità sinfoniche e la forte presenza scenica catalizzata dal frontman Seregor che, con movenze teatrali e padronanza del palco, riesce conquistare da subito il pubblico. La formazione appare visibilmente in forma, pronta a conquistare nuovi territori con il proprio quinto album, Dance And Laugh Amongst the Rotten uscito il 16 giugno. Tra i più attesi del giorno, gli americani Absu non deludono le aspettative dei presenti e, successivamente, i polacchi MGŁA calano un velo tetro con le loro figure completamente nere, nascoste da cappucci e passamontagna. La loro musica corrosiva ma al tempo stesso raffinata non fa altro che preparare alla grande la strada ai tre big che andranno a chiudere la serata. Arriva finalmente il momento degli austriaci Belphegor che infiammano il palco con una perfomance strepitosa. Il frontman Helmuth Lehner appare in ottima forma sia a livello di vocalizzi – soprattutto nella maligna Baphomet tratta dal loro nuovo album, Totenritual, in uscita il 15 Settembre – che dei suoi tradizionali attacchi chitarristici. Seguono i Marduk, gruppo storico del panorama black che riesce a regalarci un show energico e coinvolgente. Si dimostrano grandiosi e unici, condividendo un set stellare che parte con le insidie di The Blonde Beast, trascinata nelle venature maligne del loro classico Materalized In Stone, e culmina in una chiusura arrivata decisamente troppo in fretta, con il loro cavallo di battaglia Panzer Division Marduk. Un gigantesco backdrop bianco con la copertina di Surgical Steel, l’ultimo lavoro in studio, viene issato dietro la batteria e gli headliner della seconda giornata: i leggendari Carcass sono pronti ad entrare in scena. I musicisti sono evidentemente in forma e un generoso Jeff Walker regala plettri e bottiglie d’acqua al pubblico in molti momenti dello show. Nonostante il loro ruolo di rimpiazzo dei Morbid Angel e nonostante le lamentele che molti hanno espresso nei giorni precedenti allo show, il pubblico apprezza di gran lunga lo spettacolo dei Nostri (e come potrebbe essere altrimenti?!) a dimostrazione ancora una volta che, quando c’è del metal di qualità, è impossibile non divertirsi. Spettacolare la performance del loro inno Buried Dream, grazie soprattutto al tocco magico del chitarrista Bill Steer. Non ci poteva essere un gruppo migliore per chiudere in bellezza un festival che merita molte edizioni future. Al 2018 Colony Open Air!

Daniel Battaglia, Fabiola Santini

ph Fabiola Santini

 

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