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CHILDREN OF BODOM

Londra | 12 Marzo | Shepherd’s Bush Empire 

Il noto Shepherd’s Bush Empire, una delle ultime venue leggendarie rimaste in piedi nella capitale, dopo il triste smantellamento del Marquee e dell’Astoria, ospita ancora una volta il grande ritorno dei finlandesi Children Of Bodom, sovrani indiscussi del melodic death. A supporto del loro ultimo album I Worship Chaos uscito nel 2015 (e della brillante carriera iniziata nel 1997 con il capolavoro Something Wild), i Children Of Bodom si ripresentano al pubblico londinese con un set ancora una volta stellare e con la consueta adrenalina che scorre incessantemente nelle vene, in particolare in quelle del super-frontman Alexi Laiho. I canadesi ONI hanno l’onore di aprire questa serata elettrizzante: di ritorno in Europa la formazione originaria dell’Ontario e capinatata da Jake Oni si distingue per un sound decisamente particolare, un misto tra melodic e prog arricchito di passaggi ferrati e vocalizzi taglienti. Le dimensioni del palco, decisamente più grande rispetto a quello dell’Underworld dove gli ONI hanno suonato di recente, consentono al frontman di esprimersi al meglio, lanciandosi andare in una serie di volteggi sui ritmi incalzanti che alternano sezioni ardenti a stratificazioni complesse e serrate. Il loro set risulta compatto e solido, la performance di questa sera denota un netto passo avanti rispetto al passato. La band che segue si avvicina di più come stile agli headliner: il sound dei Forever Still, originari di Copenhagen è reso melodico fino al midollo dai vocalizzi profondi e sensuali della frontwoman Maja Shining. La consapevolezza circa le proprie armi è il denominatore comune di questi cinque musicisti che non esitano un solo istante a lanciare al pubblico ondate di assalti sonori e momenti di cali di tensione che consentono di apprezzare il loro stile. La mezz’ora di gloria dei Forever Still è il preludio perfetto per i Children Of Bodom: alle urla incontenibili del pubblico la formazione si posiziona sul palco come uno squadrone che si prepara per l’esecuzione finale, con Laiho per ultimo, pronto all’assalto decisivo. Alle note ardenti di Deadnight Warrior il nostro si lancia nei suoi tradizionali vocalizzi aspri e lancinanti, in sintonia perfetta con i suoi assoli folgoranti e ricchi di spessore. Tra le ondate melodic di In The Shadows e Bodom After Midnight l’atmosfera si arricchisce ulteriormente, il pubblico si unisce al frontman cantando Warheart esplodendo in un unisono elettrizzante. Con The Nail e Towards The End i finlandesi chiudono un set spettacolare, la voce di Laiho diventa più appassionata e i suoi riff sembrano arrivare all’improvviso da una dimensione parallela per creare un ibrido entusiasmante. I Children Of Bodom sono un’esperienza live da ripetere all’infinito.

Fabiola Santini (testo e foto)

 

 

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