Top

BjörkBjörk

Biophilia

Polydor

Si possono cucire l’un l’altra: progresso tecnologico e natura? Si può dare un suono alle sagome dei pianeti? Agli organismi monocellulari quali forme di vita e forme geometriche? Agli astri e ai pianeti? Si può dar loro voce, creando musica? Biophilia è la risposta. Ed ognuno ascoltandolo ci leggerà la propria. Questo suo album sembra essere, forse non il più emozionante, ma il più ambizioso fino ad oggi realizzato. Letto in questa prospettiva: poetico-scientifica e musical-astronomica. Un progetto multimediale che comprende musica, applicazioni per i-pod, internet, installazioni e, come sempre è nella tradizione di questa dea islandese, stupefacenti spettacoli dal vivo. Con questo album Björk celebra come il suono funziona in natura, esplorando la distesa infinita del cosmo, dai sistemi planetari di struttura atomica. Si ha come l’impressione che dal 2001, dall’uscita di Vespertine, Björk abbia avuto una sorta di conversione contenutistica e musicale. Un rimto più etereo. Ma anche più freddo. Nel caso delle dieci tracce di Biophilia l’attenzione è rivolta ai ritmi dei cicli naturali. Alle loro iperboli di stagione in stagione. Ai loro significati ancestrali. Moon, Crystalline, Sacrifice, Solstice: sembrano gli elementi per un incantesimo.  Tra i collaboratori il connazionale Sjón, Damian Taylor e Mark Bell.

Roberto Mandolini

Condividi