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Ben Seretan anteprima

Ben Seretan, chitarrista e cantautore newyorkese con all’attivo già due magnifici album (Ben Seretan del 2014 e Bowls Of Plums del 2016) tornerà a breve con un nuovo lavoro, Youth Pastoral, nel quale racconta la California di quando era un ragazzino profondamente religioso, l’allontanamento da Dio e il percorso successivo, culminato in una relazione tumultuosa e caratterizzata dalla codipendenza. Un album profondamente personale nel quale l’artista americano esalta il trionfo su ogni avversità attraverso la musica. 

Mixato da Will Stratton “Youth Pastoral” è stato anticipato dal brano “Power Zone” e, oggi, su Rockerilla – in ANTEPRIMA contemporanea con gli Stati Uniti – dal nuovo singolo “Am I Doing Right By You”, la canzone più lunga e articolata del lavoro, nella quale si ritrova lo stile sperimentale ed emotivo del chitarrista newyorkese. 

Il brano (come gran parte dell’album) ha a che fare con la morte della amica e collaboratrice, la scultrice Devra Freelander, che ha tragicamente perso la vita in un incidente in bicicletta a Williamsburg lo scorso luglio. 
Nonostante tutto però, benché Seretan parli di questa canzone e di questo lavoro come di “a less starry-eyed outing,” l’inconfondibile “gioia estatica” è ancora l’anima della sua incredibile offerta musicale.
Youth Pastoral uscirà il 28 Febbraio su Whatever’s Clever .

A proposito del brano queste sono le parole di Ben: 
“Questo brano è davvero il punto in cui il confine tra adorare un amante imperfetto e adorare un dio imperfetto, e bramare l’approvazione irraggiungibile di entrambi, inizia a diventare sfocato. Non sono mai sicuro a chi sto cantando o di chi sto cantando.

So di aver provato queste sensazioni – così come molte altre persone, che hanno detto lo stesso dopo aver ascoltato la canzone dal vivo: preoccuparsi costantemente di fare bene, di essere nelle grazie degli altri. Penso che il cantato e la chitarra francamente forsennata alla fine, passino dal disperato desiderio di approvazione al risentimento verso la persona che ti guarda, quindi diventino desiderio di irritare intenzionalmente e quindi apertamente deridere. Ad un certo punto il “oh my gods” diventa sarcastico, demoniaco. Come voler mordere il pollice che ti schiaccia.

È fondamentale capire che ci sono due versioni di “oh, mio ​​Dio”: la domanda (oh, mio ​​Dio?) che vuole sinceramente una risposta, che si chiede se la persona che ascolta è davvero lì e l’esclamazione (oh mio Dio!) che trasmette shock, rabbia, incredulità. Si alternano all’interno della canzone.

Una cosa strana di questa canzone è che, mentre cerco di condividere questo disco con il mondo, mi chiedo costantemente se sto facendo bene o no. Ma non se sto facendo bene davanti a Dio o davanti a un amante, mi chiedo se sto facendo bene davanti all’amica che ho perso. È disgustoso condividere questa musica? Sono opportunista? È di cattivo gusto o è quello che lei avrebbe voluto? Mi sto costantemente tormentando le mani e ora, ogni volta che canto questa canzone dal vivo, penso a lei. Strano come cambiano queste canzoni (tutte le canzoni)”.

Testo:
“She’s my good luck and my bad luck driving me around”
I could feel you pulling away when I tried to pray
Am I doing right by you, oh, my god?
Am I doing right by you, oh my god!
I still think that you might come back into my little life
I can hear you sanding down the drywall in my room
Am I doing right by you, oh, my god?

Am I doing right by you, oh my god!
When I met you my eyes were full of dying stars
I would sing and my words would come right on back to me
Am I doing right by you, oh, my god?

Am I doing right by you, oh my god!
Lighting fires in the wires of your ankles
Word from you means less than nothing, oh my god.

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