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ARCTURUS

VULTURE INDUSTRIES – ATTIC – CARONTE – KRAKÓW Londra, Boston Arms | 7 maggio

Come anticipazione di Incineration, uno degli eventi più attesi dell’anno, Old Empire propone una combinazione live vincente che prepara il pubblico londinese al festival previsto nella capitale due giorni dopo. A cominciare dai norvegesi Kraków la serata acquista un prestigio seducente. Le luci sparate a intermittenza fanno da contorno alle note divine del loro sound, la formazione di Bergen riesce a combinare una marcata profondità stoner con un estremismo sonoro esasperato. I riffing del chitarrista René Misje marcano un territorio coeso e incalzante ma non privo di dinamicità, accentuata dagli attacchi di basso ferrei e implacabili del frontman Frode Kilvik. Il loro ultimo album, Amaran è già annoverato come una delle migliori uscite dell’anno e la prova live di questa sera non fa ache confermarlo. Seguono i parmensi Caronte che, nonostante una buona presenza sul palco del frontman Dorian Bones, non reggono il paragone.

I tedeschi Attic risvegliano il pubblico già dalle prime note innescando un furioso mosh-pit sotto il palco. I loro assalti sonori ricordano i primi Mercyful Fate ma con una marcia in più e riescono a unire brutalità e pesantezza in un processo esecutivo che traccia dopo traccia conquista il pubblico. Gli attacchi più classici dei chitarristi Tim Katte Katteluhn e Robert P. sono accentuati da cavalcate speed che avvolgono in un turbine di scariche elettriche.

I norvegesi Vulture Industries preparano il palco agli headliner con il loro prog godibilissimo ma a tratti persino eccessivo nella sua eleganza di fondo. Il gruppo lascia poco spazio all’immaginazione e nonostante la freddezza di base, riesce a coinvolgere. Con The Pulse Of Bliss il frontman Bjørnar E. Nilsen fornisce la miglior prova di sé, con un serie di vocalizzi poderosi e seducenti.

I connazionali Arcturus conferiscono al loro set una forma compiuta. La band eccitata dal pubblico surriscaldato preferisce sacrificare velocità e violenza in favore di una tessitura di atmosfere decisamente intense. Anche loro propongono un’anticipazione live del nuovo album che sta riscuotendo successo ovunque. Le versioni live di The Arcturian Sign e di The Chaos Path costituiscono un salto di qualità soprattutto nei vocalizzi del frontman Simen “ICS Vortex” Hestnæs che si dimostra in gran forma. La chiusura con Shipwrecked Frontier Pioneer ha una musicalità quasi perversa che cattura grazie ai ritmi accattivanti e alle sfumature avant-garde che identificano la band.

Fabiola Santini (testo e foto)

 

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