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IL CARICO DEI SUONI SOSPESI

La Sperimentazione Come Valvola di Sfogo

 

Quello de Il Carico dei Suoni Sospesi è un po’ un genere a parte, creato muovendosi tra fascinazioni diverse. Tentare di definirlo nella sua interezza sarebbe come provare a filtrare una larga varietà di colori col pericolo di sintetizzare male o parzialmente. Ma il gioco vale il rischio. Ed ecco quindi le parole della band fiorentina (nata nel 2008) e di recente tornata alla ribalta col disco “Non Pratico Vandalismo”.

 

La grande varietà della vostra proposta sonora è una naturale inclinazione oppure un modo per mediare all’interno del gruppo di lavoro?
è assolutamente una naturale inclinazione e una scelta coscientemente stilistica.
Non ci piace pensare ad un disco come a un monolite di un singolo genere. Non ci piace pensare a 10 pezzi simili tutti allo stesso pezzo. L’idea è quella di spiazzare, di fare qualcosa di diverso, di difficilmente classificabile, non immediatamente riproducibile. è quello che cerchiamo volontariamente, quello che vogliamo esprimere, quello che abbiamo nel DNA. Più riusciremo a sperimentare, meno inquadrabili saremo, più saremo soddisfatti del nostro lavoro. Almeno per ora…

Su Rockerilla di Dicembre l’intervista completa di Francesco Casuscelli, ascolta qui l’album.

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