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KING GIZZARD AND THE LIZARD WIZARD

TOdays è sinonimo di eccellenza, una realtà per la quale la città di Torino può dirsi fiera, di quelle che, in quanto ad abbondanza di idee, qualità e generosità di eventi, fanno davvero la differenza. Quest’area periferica del capoluogo piemontese si illumina a festa quando nell’ultimo weekend di agosto il TOdays apre i battenti delle diverse location allestite allo scopo, una cittadella della musica e delle espressioni artistiche più all’avanguardia adusa a stupire. Lo fa ormai da quattro edizioni, crescendo anno dopo anno con grande tenacia e spirito di dedizione, merito altresì di un’organizzazione competente, motivata e sempre sul pezzo. L’unico incidente di percorso assolutamente fortuito che ha influito sulla programmazione del festival è stata la cancellazione della data dei MY BLOODY VALENTINE, problema prontamente risolto con l’ingaggio di un degno sostituto come gli scozzesi MOGWAI. Dodici le band che si sono esibite sul grande palco a cielo aperto di sPAZIO211. Non contiamo invece gli artisti che si sono prestati nelle altre sedi della kermesse festivaliera quali la Ex Fabbrica INCET, il PLARTWO e il PARCO AURELIO PECCEI. Una tre giorni nuovamente coronata dal successo che ha registrato praticamente ovunque il tutto esaurito.

Ad aprire puntualmente le danze sul prato verde di sPAZIO211 è l’esibizione dei brillanti INDIANIZER, seguita a ruota dagli incontenibili BUD SPENCER BLUES EXPLOSION. Si sono fatti entrambi onore infilando due gig di grande impatto audiovisivo, una carica dietro l’altra di onde gravitazionali potentissime, ordita fra sincopi di riti alieni, scorrerie di motorik psichedelici ed ‘esplosive’ miscele acid blues degne del migliore Jack White. Hanno preparato il terreno agli ineffabili KING GIZZARD AND THE LIZARD WIZARD, un’allegra brigata di giovanotti australiani (attiva dal 2010) che a parere di scrive ha costituito la sorpresa più eclatante ed eccitante della serata tutta. Una performance alle luci del crepuscolo che ha catalizzato l’attenzione del nutritissimo pubblico accorso da ogni dove, facendo leva sulle loro invidiabili doti di esecutori folli e spericolati. Hanno attinto dai repertori della loro ampia discografia, una cospicua quantità di album realizzati in tempi da record: cinque solo nel 2017! Al proscenio l’agile figura del frontman-folletto Stu Mackenzie, l’animale da palcoscenico della situazione pronto a rinverdire insieme al suo formidabile gruppo di musicisti provetti stagioni psichedeliche memori dei migliori anni settanta (e talora dei primi ottanta), se è vero (e non semplice allucinazione) che le ombre lunghe di mostri sacri come Gong, Black Sabbath, 13th Floor Elevators, The Seeds, The Grateful Dead, Devo, The B-52’s e quant’altro affioravano a ripetizione sulle acrobazie strumentali per chitarre, organo, tastiere, basso, armonica e una poderosa sezione ritmica occupata da due instancabili batteristi sincronizzati. Un’ora di energia pura, galvanizzata da schegge di riff multicolori e caleidoscopi rotanti in volo nel firmamento dei suoni (e delle immagini in movimento proiettate sullo schermo), fra le piramidi astrali dello space rock elettrico e del trip mentale garantito. Un turbine di pulsazioni incrociate e deraglianti dinamiche speed fatte volteggiare attorno ad un tema costante senza mai farsi ascolto monolitico, ma impressionante concatenazione di eventi uditivi scientemente architettati, esperienze multisensoriali destinate ad inebriarsi fra guizzi di armonie lisergiche, crescendo vorticosi, rutilanti miscele garage punk, geniali intuizioni progrock, iridescenze acid folk, mantra tribali, battaglie percussive e trasvolate intergalattiche di musica e follia.

Aldo Chimenti

ph Loris Brunello

Torino | TOdays, sPAZIO211 | 24 agosto

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