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VERDENA

Genova | Porto Antico | 25 aprile

Valvonauta, il manifesto di una generazione, alla pari di Smells Like Teen Spirit. Non è un caso che i Verdena si portino dietro l’etichetta di Nirvana italiani sin dagli esordi. Una classificazione soffocante e riduttiva per un gruppo dall’inesauribile carica innovativa, sempre al limite tra alternative rock, psichedelia e sperimentazioni noise.

I Verdena sono mossi da una costante volontà a non ripetersi. Investigano, trovano e colpiscono. Un impatto musicale immediato, ricreato magistralmente nella loro esibizione al Porto Antico di Genova.

Nel buio spezzato da luci intermittenti bianche si avvertono le prime note di Ho una fissa, seguita dal singolo Un po’ esageri e Sci desertico, brani estratti da Endkadenz Vol. 1 (2015), ultimo lavoro dei Verdena, nonché legittimo protagonista del concerto.

Il trio bergamasco è come una macchina ben oliata. Un cuore pulsante e totalizzante che cattura e trasporta con sé il pubblico. Dalla malinconia di Contro la ragione si passa al ritmo incalzante di Derek. La folla è in delirio, il pogo è violento. Le prime file sono spinte contro le transenne. Alberto non demorde e parte con Starless, grande classico di Solo un grande sasso.

Come i loro testi, privi di intento narrativo, l’esibizione si trasforma in un’esperienza onirica dalla quale non ci si vorrebbe svegliare. Gli intermezzi noise rendono la performance uno spettacolo inscindibile, privo di pause. Il gruppo si muove sul palco in un continuo scambio di postazioni e strumenti insieme allo stesso Giuseppe Chiara, il quarto membro per questa loro tournée.

Parte Isacco Nucleare. Il pubblico è elettrizzato. Luca picchia incessantemente sulla batteria, accompagnato dal basso corposo e martellante di Roberta, mentre la voce febbrile di Alberto è enfatizzata dalla chitarra graffiante e acuta. Eccitazione, estasi, entusiasmo.

Un’esibizione impeccabile, persino quando si presentano i primi problemi tecnici con Rilievo. Il concerto non si ferma, ma la tracolla di Roberta si rompe. Lei è stesa sul palco e continua a suonare. Alberto si avvicina, cerca di aiutarla. Non ci riesce. Riversa un’asta su Roberta, poi lo stesso strumento, inizia a ballare di spalle e riprende la chitarra. Puro spettacolo.

Il gruppo torna sul palco per l’encore. Suona la richiestissima Luna, la corrosiva Don Calisto e chiude le due ore di live con l’estatica Funeralus. Il grande assente è proprio Valvonauta, ma nessuno ha sentito la sua mancanza.

I Verdena sono lontani anni luce dal loro esordio. La rigenerazione musicale di Endkadenz Vol. 1 è tanto innovativa da essere già un classico. Il trio è motivo di orgoglio per la musica italiana e dovrebbe imporsi quale punto di riferimento per le produzioni del Bel Paese.

 Enrica Orrù

Setlist

Ho una fissa

Un po’ esageri

Sci desertico

Loniterp

Vivere di conseguenza

Contro la ragione

Derek

Starless

Attonito

Lui gareggia

40 secondi di niente

Nevischio

Trovami un modo semplice per uscirne

Razzi arpia inferno e fiamme

Alieni tra noi

Viba

Puzzle

Scegli me

Isacco nucleare

Rilievo

 

Luna

Don Calisto

Funeralus

 

 

 

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